La 1º rivista digitale nata in Italia sulla tecnica del Carpfishing – 2011-2024
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Feeder Fishing

Feeder Fishing

Feeder fishing

Mi chiamo Francesco Valleriano, ho 38 anni e sono un agonista di pesca a feeder della  SPS Papa di San Donà di Piave, provincia di Venezia. Pesco in mare da quando ero bambino ma negli ultimi anni mi sono appassionato a questa tecnica che si pratica soprattutto in acqua dolce. Le catture sono state fin da subito numerose e il passaggio alle gare e stato praticante immediato. Qui ho avuto la fortuna di confrontarmi nel tempo con molti dei migliori interpreti della pesca a feeder del Veneto, che hanno riscosso successi sia a livello nazionale che internazionale, conseguendo anche buoni risultati. Lo scopo di questo articolo è quello di introdurvi a questo fantastico mondo mettendo in evidenza attraverso la mia esperienza personale le molteplici applicazioni anche in associazione ad altre tecniche.

La pesca a feeder nasce in Inghilterra negli anni ’70 quando alcuni acuti pescatori cominciarono a sostituire il piombo, nella pesca a fondo (ledgering), con un pasturatore o feeder per insidiare in modo più efficace le carpe che, nei periodi invernali, si spostano nelle zone più profonde  e lontane dalla sponde dei laghi, dove l’acqua è meno fredda e dove e più difficile, se non a volte impossibile, raggiungere i nostri amati ciprinidi con le tecniche di pesca al colpo tipiche dei britannici . Costruiti inizialmente in modo artigianale con bigodini per capelli o rullini fotografici, i pasturatori ebbero immediatamente un enorme successo tanto da indurre le aziende di pesca a produrli industrialmente. Da allora vennero prodotti di anno in anno sempre più modelli di pasturatore adatti ad ogni tipo di cattura e condizione delle acque fino ad arrivare oggi ad aver sviluppato tutte le attrezzature e accessori specifici per questa tecnica di pesca.

 

 

 

Inserimento bigattini

Il pasturatore è appunto l’elemento principale di questa tecnica di pesca . Esso va scelto sia in base al tipo di cattura che vogliamo effettuare sia in base alle condizioni delle acque dove tenteremo tali catture. La sua importanza è data dal fatto che al suo interno andremo ad inserire esche e pastura per attirare i pesci vicino al nostro amo. La logica conseguenza è la rilevanza che assume la precisione di lancio. Infatti a livello agonistico tutti sono ormai abituati a bloccare il filo sulla clip del mulinello alla distanza desiderata, in modo da vere il doppio vantaggio di una maggior precisione nel lancio ed anche la possibilità di avere più canne “clippate” alla stessa distanza.

I pasturatori si possono suddividere in varie tipologie. Block-end è il modello classico che tre origine dai primi pasturatori artigianali ed è costituito da un corpo cilindrico in plastica con dei fori e due tappi laterali, di cui uno removibile per poter inserire esche e pasture prima del lancio. Utilizzo questi pasturatori raramente quando preferisco pasturare sul fondo ed in modo graduale. Open- end  è il modello corrispettivo ma senza tappi laterali: utilizzo molto questi pasturatori soprattutto in acque più correnti per rilasciare la pastura sul fondo soprattutto al momento del recupero della lenza. Cage è il modello a gabbietta spesso metallica: utilizzo molto questi pasturatori per creare una colonna di pastura durante la caduta in acqua, effetto molto efficace nelle acque lente e calde. Tutti questi pasturatori possono essere piombati lateralmente per essere più efficaci nel contrastare la corrente, oppure in punta per essere più performanti nel lancio. Un discorso a parte merita il method: per ora mi limiterò a dire che è un particolare pasturatore che ci consente di nascondere l’amo direttamente all’interno della pastura che andremo a lanciare in acqua ed è particolarmente efficace nelle acque commerciali.

La pesca a feeder è molto dinamica e divertente e vi sorprenderà con la varietà di catture che si possono fare all’interno di una breve sessione di pesca potendo contare sulla grande varietà di pasturatori, esche e pasture  per attrarre i nostri amici pesci  in modo cosi preciso e circoscritto. Si possono infatti insidiare con lo stesso lancio le tanto desirate carpe ma anche barbi, cavedani e pescegatto di ogni tipo (in generale tutte le specie che uno specchio d’acqua può offrire). Questa tecnica di pesca è poi così duttile ed efficace da essere sempre più utilizzata anche in mare, soprattutto nelle foci dei fiumi per insidiare le specie che risalgono la corrente come cefali, anguille e qualche rara spigola (personalmente ho catturato anche sugarelli, orate e mormore). Tutto ciò ci offre la possibilità di poter pescare con questa tecnica praticamente in qualsiasi spot da riva sia di acqua dolce che di acqua salata. Tutte queste caratteristiche ne fanno una tecnica ideale da poter essere abbinata a molte altre dove i tempi di attesa sono più lunghi e i pesci di taglia più piccola possono rovinare gli inneschi destinati a catture più prestigiose. Personalmente la consiglio sia abbinata al carpfishing , dove si utilizzano in larga parte le stesse esche e pasture, che alla pesca in mare, dove c’è un mondo ancora tutto da sviluppare. Dove consentito il miglior abbinamento è quello con la pesca al colpo nelle acque commerciali, cioè la famigerata polefishing britannica che tanto successo sta riscotendo in questi anni.

Feeder FishingIn base al pasturatore che abbiamo infine scelto dovremo andare a creare  tutto un set-up idoneo a rendere il più efficace possibile  la nostra azione di pesca, ricordando sempre i tre obiettivi principali che ormai abbiamo individuato: il tipo di cattura, la condizione delle acque e la precisione di lancio.

La canna può essere: ad azione rigida, adatta ai lanci lunghi e d acque più veloci; ad azione intermedia, adatta alle acque più lente o per contrastare le carpe nelle acque commerciali; ad azione morbida, adatta alle acque ferme o per i piccoli pesci.

Il mulinello va adattato alle esigenze di distanza di lancio e di velocità di recupero che influiscono sulla dimensione e forma della bobina,  nonché alla mole delle prede o al loro numero andando ad influire sul giusto equilibrio tra peso e potenza, ricordando che questa tecnica di pesca è molto dinamica e prevede un numero notevole di lanci.

 

Il filo in  bobina da utilizzare è il nylon affondante tra 0,28 e 0,18 oppure la treccia tra 0,10 e 0,08. Per il terminale nylon tra 0,22 e 0,08 di una lunghezza compresa tra i 50cm e 1,2m (fa eccezione il method dove il terminale e compreso tra i tra 15cm e i 10cm.

 

 

Gli ami possono essere dei più svariati: sia a paletta che con occhiello, con o senza ardiglione, di dimensioni comprese tra il 10 e il 20 per la maggior parte ma non solo. La scelta in questo caso e più influenzata dal tipo di pesce che vogliamo catturare e con che esca vogliamo insidiarlo.

 

 

 

 

 

 

Le esche che si usano principalmente sono bigattini e vermi di terra ma si possono provare anche tutte le altre esche vive in base alle situazioni. Sono anche molto utilizzati il mais e i pellets soprattutto nelle acque commerciali.

Le pasture sono davvero molte ed hanno azioni molto specifiche. In generale dobbiamo stare attenti alla meccanica: pasture più leganti come quelle al formaggio in acque più correnti, pasture più fine e che si sciolgono velocemente in acque lente. Io utilizzo pasture da fiume al formaggio insieme a quelle chiare da carpa per pescare nelle acque più correnti e pastura nera e fina insieme a pane belga per le acque lente.

 

Testo e foto di Francesco Valleriano -www.carpmagazine.it

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