Evoluzione delle boilies
L’ invenzione dell’Hair Rig: la boilie bollita divenne famosa grazie alla vera invenzione geniale: l’hair rig, un terminale tecnico riconosciuto universalmente come opera di Middleton e Maddocks, i due inventori.
L’ evoluzione nutritiva dei mix: un’altra figura leggendaria è Fred Wilton, che ha sviluppato il concetto di nutrizione nei mix. Da semplici miscele di sfarinati si passò a formule sempre più complesse ed attrattive per il pesce.
Nella pesca sportiva, la scelta giusta delle esche è fondamentale per avere successo. Negli anni ’70, Wilton portò avanti un filone di pensiero che analizzava come il pesce fosse maggiormente attratto, specie a lungo termine, da esche più nutrienti.
Grazie a studi sulla nutrizione e metabolismo della carpa, si capì che il pesce aveva bisogno soprattutto di apporto proteico che le boilies potevano fornire.
Gli appassionati di pesca potenziarono le loro miscele con prodotti proteici come latte in polvere, caseina, lactoalbumina utilizzati già nel mondo del bodybuilding. Wilton commercializzò il primo mix chiamato Casilan. Era possibile anche reperire nelle farmacie dell’epoca composti proteici in forma liquida venduti come integratori e che oggi noi carpisti conosciamo con il nome di Minamino.
Si potevano così già usare molti ingredienti ed estratti, ma ciò che incuriosiva, era il motivo per cui questi alimenti estranei alle carpe in un ambiente acquatico scatenassero effettivamente l’alimentazione.
Questa grande curiosità è nata originariamente notando la differenza tra il numero e la rapidità dei morsi ottenuti utilizzando la pasta di farina di pane bianca fatta con acqua, rispetto alla pasta di pane bianca fatta con Marmite. Si è anche notato il numero di morsi ottenuti con la pasta oleosa rispetto alle miscele senza oli.
Nacque così la teoria delle esche HNV o ad elevato valore nutrizionale, che produssero una serie di record, tra cui Mathilde, la carpa più famosa d’Inghilterra catturata proprio da Wilton a Redmire Pool.
Tuttavia, una decade più tardi, l’angler Rod Hutchinson, con le sue eccezionali catture nelle più difficili riserve del paese, dimostrò che la vera chiave del successo non era solo l’apporto proteico, ma una visione più complessa sull’alimentazione delle carpe.
L’ evoluzione al Fishmeal Mix: Rod Hutchinson ha introdotto il Fishmeal Mix, che si basa sulle sue osservazioni sul cibo naturale delle carpe.
Questo mix ha un odore intenso e un gusto unico che richiama immediatamente la preda a cibarsene. Inoltre, il Fishmeal Mix è molto versatile e si presta a molte varianti, adatte a molte diverse situazioni di pesca.
Questa scoperta ha segnato una svolta decisiva nella pesca della carpa, poiché ha permesso ai pescatori di aumentare il numero delle catture. Questa nuova miscela di farina di pesce, semolino, soia, mais e latte e quindi utilizzata dal grande talento e genio di Rod Hutchinson alla quale fece fu seguito un altra variante, usata da altri grandi carpisti che sostituirono la farina di pesce con quella di carne, tra cui David Thorpe e Jim Gibbinson, l’ideatore indiscusso del line-aliner rig.
Tuttavia, l’utilizzo di questo tipo di esca richiede una grande attenzione alla scelta dei componenti, poiché alcuni di essi possono influire negativamente sulla salute del pesce.
Un altro aspetto che in molti non dicono è che in quegli anni, precisamente fine anni ’70 ed inizio anni ’80, i prezzi delle proteine del latte salirono alle stelle quasi a livelli folli, questo aumento dei prezzi determinò la ricerca di alternative.
Questi mix hanno fatto la storia del carpfishing fino agli anni quando ci fu un ulteriore evoluzione.
Il fattore gustativo nei mix: molti angler si resero presto conto che questa tipologia di mix era lenta nell’entrare in pesca, soprattutto in bacini vergini, cosi decisero di concentrarsi sul fattore gustativo.
Entrarono quindi in scena i birdfood o pastoncini destinati all’ alimentazione degli uccelli nei primi anni Ottanta con Colin Booker e il suo partner che usavano Robin Red nelle acque del Kent, Nectarblend, Red Factor per citarne solo alcuni e farine come quella di arachide, nocciole, ingredienti utilizzati già in un altra tecnica di pesca, quella al colpo.
Ma l’aspetto più importante che portò ad un ulteriore sviluppo fu proprio quello che si arrivò a capire che per le carpe il fattore sapore risultava essere il più importante, solo dopo nel lungo periodo arrivava il nutrimento.
Nacquero cosi una miriade di aromi, palatant, dolcificanti e coloranti che furono impiegati per migliorare le boiles dal punto di vista prettamente gustativo.
Nascita del Birdfish mix primi anni ’90: tutti questi precedenti step ed intuizioni, portarono alla nascita del Birdfish mix, grazie anche a due straordinari anglers questa volta italiani, Massimo Mantovani e Mauro Bisleri, quest’ultimo veniva dalla scuola dei fratelli Mahin già utilizzatori dei mix HNV.
Questa particolare tipologia di mix rappresentava l’arma definitiva per catturare le carpe poiché racchiudeva in se tutte le potenzialità dei mix precedenti, unendo il fattore nutritivo a quello puramente gustativo ed attrattivo e anche dal punto di vista della digeribilità aveva il suo perché.
La mia visione, l’importanza della qualità e della sostenibilità
Come pescatore sportivo, ritengo che sia importante utilizzare esche che non solo attirino la carpa, ma che anche rispettino l’ ecosistema e non abbiano alcun impatto negativo sulla salute del pesce.
Questo è il motivo per cui prediligo boilies di alta qualità e pasturo davvero il minimo indispensabile a volte anche solo con i sacchetti in PVA. Le mie boiles devono contenere solo ingredienti selezionati e sostenibili.
E’ fondamentale conoscere i gusti e le preferenze alimentari della carpa, in modo da poter scegliere le giuste esche per ogni situazione di pesca.
Ad esempio, durante i periodi di bassa pressione barometrica, è possibile che la carpa preferisca esche con un contenuto di proteine più elevato, mentre durante i periodi di alta pressione barometrica potrebbe essere necessario utilizzare esche con un contenuto di proteine più basso.
Ricordiamoci anche che, la carpa essendo un animale in continua evoluzione, occorre cercare di presentarle sempre qualcosa di diverso da tutti i punti di vista.
Cominciando proprio dalla forma delle esche che se saranno squadrate o di forma irregolare potranno anche vantare una maggiore superficie idroreattiva, permettendo di veicolare al massimo le sostanze contenute al loro interno.
Inoltre occorre fare una precisa distinzione tra nutrimento ed altissima attrazione nell’immediato.
Se si vogliono creare delle esche realmente attrattive e che consentano di catturare senza nessuna pasturazione preventiva, occorre mettere mano al portafoglio perché bisognerà impiegare ingredienti naturali costosi, da utilizzare in quantitativi che non immaginereste mai di usare nei vostri mix.
Questa strada io ve la sconsiglio, perché a mio avviso, a meno che non siate dei fanatici con un grosso conto in banca, non ne vale la pena percorrerla.
Ricordate però che nessuna boilie commerciale potrà mai competere con un esca formulata con quei presupposti in termini di attrazione nell’ immediato.
Quindi la domanda che vi dovete fare è una sola!! Volete allevare le carpe o catturarle? Io preferisco catturarle e di solito le più grosse si portano a guadino quando le temperature dell’acqua sono sotto i dieci gradi, quindi per capirci in pieno Inverno.
In questo periodo i due fattori sui quali dovremo concentrare tutti i nostri sforzi e ragionamenti saranno solo due: profilo gustativo e digeribilità senza però tralasciare del tutto l’aspetto nutritivo, soprattutto quando non si fa parte di quella categoria di anglers cosiddetti “Carp Hunter” , che cambiano sempre ambienti e spot alla ricerca delle carpe più grandi.
Possiamo utilizzare ingredienti come zuccheri a differente tempo di assimilazione, maltodestrine, destrine cicliche, fruttosio impiegati anche dai maratoneti ed altri ingredienti come lieviti, enzimi, acidi organici, betaine, amminoacidi, sali, oli essenziali, terpeni ed olioresine quest’ultime più performanti e naturali al contrario dei soliti aromi artificiali. Altre materie prime invece per creare la struttura principale dell’esca già citati su questo sito.
Ricordiamoci di impiegare quindi ingredienti igroscopici cioè capaci di attirare acqua al loro interno, in modo che le nostre boilies possano funzionare come delle pompe ioniche e spingere fuori tutte le sostanze che abbiamo inserito all’ interno.
Inoltre dovremo impiegare tecniche come la fermentazione e la stratificazione dell’ esca presenti nella sezione articoli protetti e grazie alle quali sarà possibile trasformare le nostre boilies self-made in qualcosa di veramente unico, altamente digeribile, attrattivo e salutare per il pesce.
Concludo dicendo che, l’evoluzione delle boilies per la pesca della carpa sia stata molto positiva, poiché ha permesso di migliorare tantissimi aspetti di un esca e di conoscere sempre di più i gusti e le preferenze alimentari delle carpe.
Tuttavia, è importante prestare sempre attenzione alla qualità e alla sostenibilità delle esche, pasturare in modo responsabile cercando di non danneggiare l’ecosistema e la salute del pesce.
Donato Corrente www.carpmagazine.it