La 1º rivista digitale nata in Italia sulla tecnica del Carpfishing – 2011-2024
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Esche Naturali

Esche Naturali

 

Boiles e pellets, ormai sempre presenti nelle borse di tutti i carpisti non sempre fanno la differenza, ma quando la situazione diventa difficile, occorre rivalutare alcune esche naturali che se presentate nel modo corretto possono rappresentare una valida alternativa.

Pescando quasi sempre in fiume e nel mio caso nel Po, la pesca marginale è d’obbligo soprattutto a causa della forte corrente che ci obbliga a cercare tratti meno veloci e magari con qualche bel giro d’acqua, zone che le carpe sicuramente pattuglieranno poichè ricche di cibo.

Detto questo, parliamo di una serie di alimenti dei quali usiamo cibarcene anche noi, ma che possono essere impiegati con successo anche nelle nostre sessioni di carpfishing. Esche come il tonno, acciughe, sardine, aglio, formaggio, patata sono solo alcune di quelle che possono tornarci utili, ma c’è ne sono tante altre che solo la nostra fantasia può suggerirci. L’aspetto fondamentale di pescare con questa tipologia di esche inserite come vedremo più avanti in una speciale rete in nylon, risiede nel fatto che potremo anche pescare con le stesse esche utilizzate per pasturare, siano esse pellets, mais o lo stesso impasto che usiamo per la creazione della nostra boile preferita.

Preparazione esche

Scelte le esche da impiegare nella nostra sessione, occorrerà munirsi come detto in precedenza di una speciale retina in nylon avvolta su di un tubo, identica a quella che utilizziamo per la creazione degli stick(infatti il processo di costruzione è identico), ma che, a differenza di quest’ultima, non è idrosolubile e ci permetterà di realizzare inneschi esclusivi e dal volume diverso in base alle nostre esigenze. Questa retina, la stessa impiegata da quei carpisti che pescano in laghi o tratti di fiume infestati dai gamberi,(vedasi al Lago di Raduta in Romania dove boiles da 24mm diventano di 18mm dopo poche ore di pesca)è presente in commercio in diverse misure e ci permette di presentare esche morbide quali pane, carne in scatola, formaggio e pastelle con la possibilità di forzare anche il nostro lancio senza avere il timore di perdere l’esca durante il tragitto. Le misure più usate sono quella da 14mm per mini inneschi con mais, pezzetti d’aglio, pellet o semi in genere e quella da 22mm per inneschi più voluminosi realizzati con tonno o carne.

Tutto quello che ci occorrerà quindi per manipolare al meglio le nostre esche, sarà la retina in nylon, un ago da innesco e un vasetto in plastica come quello per la conservazione dei bigattini. Dopo aver preparato con l’aiuto di un coltello alcuni pezzetti di tonno, sardina o carne, prenderemo la retina e inizieremo con il creare un piccolo nodo all’estremità, dopo caricheremo un pò dell’esca prescelta all’interno del tubo. Per mezzo dello stantuffo spingeremo l’esca in fondo al tubo e avvolgendo la rete in modo serrato sopra l’esca realizzeremo un secondo nodo per bloccarla anche dall’altra estremità. Consiglio vivamente di creare diverse tipologie d’inneschi preferendo quelli a base di pesce o carne per i periodi primaverili-estivi e quelli creati con aglio o semi vari per quei mesi dove la temperatura dell’acqua è inferiore ai 10 gradi. Una volta terminata la procedura di confezionamento delle nostre esche naturali, le conserveremo nel nostro barattolo che potremo benissimo congelare, mantenendo a lungo inalterate le proprietà delle stesse proprio come faremmo per i nostri alimenti. Un ultima esca, che suggerisco vivamente di inserire nella nostra rete in nylon e soprattutto nei mesi invernali, sono i classici bigattini, che inseriti nella quantità che preferiamo rimarranno in primis protetti dalla minutaglia e allo stesso tempo emaneranno un forte odore irresistibile alle nostre carpe.

Terminali e Ami

Non ci rimane che parlare della scelta dei terminali più idonei con i quali presentare le nostre esche naturali. Nulla ci vieta di dare sfogo alla nostra inventiva per la loro costruzione, ma, in base alle mie prove effettuate sul campo, suggerisco l’uso di tre tipologie di ami che per le loro caratteristiche di costruzione rappresentano la scelta più idonea all’uso di queste esche. Il primo amo che impiegheremo sarà un numero 3 Fox arma point a gambo corto e punta dritta per una penetrazione immediata con occhiello leggermente piegato verso l’interno, davvero idoneo per la presentazione di esche naturali in genere. La seconda scelta, cadrà su un amo dal pattern curvo, corto, altamente efficace ultra robusto e in grado di produrre una fenomenale tenuta nella bocca della carpa. La terza ed ultima scelta, ci porterà all’impiego di un classico amo a gambo lungo perfetto per presentazioni affondanti e “omino di neve” ma al tempo stesso in grado di esaltare l’effetto di una costruzione con un “line aliner”, “nodo senza nodo”, e rig anti-espulsione. Su queste tre tipologie di ami, monteremo due gommini con al centro un anellino ovale in acciaio inox e al suo interno con l’ausilio di un piccolo ago, inseriremo un elastico al quale successivamente agganceremo la nostra esca precedentemente avvolta dalla retina in nylon da 22mm. Nulla ci vieta di variare la presentazione in acqua delle nostre insidie, posizionandole completamente sul fondale o presentandole staccate dallo stesso mediante l’aggiunta di una piccola spugnetta galleggiante. La scelta infatti di costruire il nostro rig con due gommini e un anellino, invece che creando il clasico D-rig non è stata casuale, poichè potendo spostare a nostro piacimento i gommini lungo il gambo dell’amo, (più verso l’occhiello per inneschi affondanti, più verso la curvatura per inneschi ad omino di neve o staccati dal fondale) avremo la possibilità di variare la presentazione dell’esca con molta facilità.

Le mie esche naturali preferite:

spicchi di aglio

impasto per boiles

tonno

sardine

quattro o cinque grani di mais

Consigli utili

Nella costruzione dei rigs cercare di mantenere il più vicino possibile l’esca avvolta dalla retina al gambo dell’amo poichè nel lancio eviteremo che la stessa possa agganciarsi alla punta dello stesso, collocandosi in modo non naturale una volta raggiunto il fondale.

Colleghiamo i nostri rig a filati morbidi che possano rendere la nostra presentazione in acqua il più naturale possibile, altrimenti possiamo impiegare un trecciato rivestito con una guaina antiabrasione utile se peschiamo vicino a qualche ostacolo sommerso.

Quando utilizziamo i grani di mais creando una vera e propria pallina non dimentichiamoci d’inserire all’interno della retina anche una tiger-nut che ci servirà da stopper per il nostro ferma boiles e saremo così sicuri che la nostra esca morbida non si stacchi facilmente dal nostro elastico.

Autore Donato Corrente

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