Cinque regole da vero carpista
Qualche volta non fà mai male parlare di un argomento che per qualcuno potrà essere scontato ma che rappresenta a mio avviso l’essenza del carpfishing, ossia la cura e il mantenimento del pescato. Ecco quindi cinque regole da non dimenticare mai:
- Il guadino deve avere un’apertura di ameno 100 cm, quindi generosa, una volta che la carpa è stata guadinata attendiamo qualche secondo fino a quando non si è calmata, dopo cerchiamo di non arrotolare troppo la rete in modo da lasciare il pesce nel modo più naturale possibile almeno fino a quando non lo posizioniamo nel materassino.
- Il materassino anche questo di dimensioni generose e possibilmente a piscina eviterà che la carpa nel dimenarsi possa balzare fuori soprattutto quando siamo da soli a dover fare la foto di rito. Una raccomandazione da non tralasciare, bagnamolo sempre prima di adagiarvi il pesce.
- La pesatura e la foto sono operazioni che vanno effettuate preferibilmente con l’aiuto di un socio, ma se siamo da soli ci occorrerà un treppiedi per la macchina fotografica e un secchio con dell’acqua sempre pronta per avere le mani ben bagnate e libere da eventuali anelli, orologi ecc… e bagnare sempre la carpa. Una volta effettuata l’operazione di pesatura, collochiamo il treppiedi con la macchina fotografica in posizione di autoscatto e solleviamo il pesce tenendolo il più possibile vicino al petto, appoggiandolo al corpo se si dovesse agitare.
- Il carp sack se proprio dobbiamo usarlo, cerchiamo di non utilizzarlo mai per gli amur e nei periodi prima o dopo la frega, per il resto assicuriamoci che sia abbastanza capiente da contenere una carpa alla volta ….mi raccomando!!!
- Il rilascio cerchiamo di farlo nel modo più naturale possibile, pensando che il pesce è stato anche se per poco estratto dal suo mondo naturale e ha bisogno di un pò di tempo per riadattarsi nuovamente all’ambiente acquatico. In ultimo evitiamo di trafugare il pescato è un atto ignobile oltre ad essere punito dalla legge.
