Marginal a modo mio
Tra le tante tecniche di pesca il marginal in fiume e`quella a mio modesto parere la piu`redditizia se viene praticata rispettando alcune regole fisse ed aggiungendo come vedremo tra un momento, un pizzico di fantasia.
Il marginal fishing o pesca marginale e` una tecnica proveniente dall’ Inghilterra dove i primi carpisti la impiegavano con successo portando a guadino prede di tutto rispetto.
Prima regola: scelta del settore
Quando parliamo di marginal in fiume, occorre capire anche che non tutte le zone della sponda sono adatte allo scopo e quindi occorre sondare in modo scrupoloso la zona scelta per l’ eventuale futura sessione con l’aiuto di una imbarcazione munita di ecoscandaglio o in mancanza di essa con una semplice canna da pesca e qualche piombo.
Nel secondo caso ovvero utilizzando la tecnica del plumbing con canna e piombo, occorrera` prediligere le zone dal fondo duro e non morbido cosa che capiremo molto semplicemente dalla risposte che il nostro piombo ci trasmetterá tramite la stessa canna e valuteremo anche la profondita` dell’ acqua cercando di stare tra i 3 e i 6 metri. Le zone sondate dalla consistenza dura saranno quelle a maggiore ossigenazione e dove cercheremo di posizionare i nostri inneschi.
Eventuali ostacoli sommersi come ad esempio: tronchi caduti in acqua dopo le piene, arbusti che propendono sulla superficie, piccole imbarcazioni affondate sono tutti punti “Very Hot” fonte di riparo e cibo, dove con un po` di fortuna e tecnica si potranno fare ottime catture.
Nel caso in cui invece non ci fossero nessuno degli ostacoli precedentemente mensionati non cadiamo nello sconforto poiche` sara` possibile sempre optare per le zone di fiume chiamate comunemente “Pennelli” ossia quelle zone create dall’uomo per contenere le piene impiegando dei sassi di grande volume. In queste ultime zone citate la corrente infrangendosi lascierà un’abbondante quantità di cibo naturale che attirerà certamente le nostre amate pinnute. Questa è la prima regola da rispettare.
Seconda regola: il silenzio sullo spot
Spesso le prede più belle sono sotto i nostri piedi e magari proprio nel momento in cui arriviamo sullo spot prescelto, ma non tutti fanno attenzione al fattore “silenzio” provocando l’allontanamento immediato delle eventuali carpe presenti. La seconda regola quindi e` l’ arrivo sullo spot, dal momento in cui si scarica l’attrezzatura dall’auto al posizionamento delle canne in pesca.
Terza regola: attrezzature
Una volta trovato lo spot con le caratteristiche prima descritte, non ci resta che scegliere l’attrezzatura specifica che ci permetta di raggiungerlo senza dover fare una grande fatica. Sceglieremo una tipologia di canne composte da più sezioni fino e dalla lunghezza compresa tra i 3 m e i 3,60 m oppure opteremo per della canne da 9-10 piedi e 2,75 libbre di potenza.
La comodità delle canne in più sezioni è che smontate e riposte nei loro tubi in cordura occupano davvero pochissimo spazio (da 60-70 centimetri) senza rinunciare ad una buona azione parabolico-progressiva. Anche le canne da 10 piedi sono poco ingombranti e a differenza delle prime regalano delle emozioni forti portando a guadino carpe selvagge in piena corrente, chi pesca ho ha pescato nel grande fiume può confermare quello che ho appena detto.
I mulinelli devono avere una grande forza nel recupero per non permettere alle nostre prede di rifugiarsi nel primo ostacolo disponibile. La bobina sarà riempita con un buon nylon dello 0,35 – 0,40mm di diametro ed obbligatorio l’uso di uno spezzone di shock leader sempre in nylon dello 0,60mm solo se siamo completamente sicuri che le nostre amiche sono vicinissime ad un ostacolo sommerso, di lunghezza pari al doppio della canna.
Porteremo con noi anche una piccola borsa tipo quella che utilizziamo per il nostro computer portatile o un zainetto ormai la buffetteria da carpfishing offre centinaia di soluzioni adatte a qualsiasi esigenza abbia il carpista, Ad esempio alcune borse presentano anche al loro interno un tavolino e piccoli e medi scomparti dove poter alloggiare comodamente la nostra minuteria.
A corredo porteremo con noi un guadino con il manico in due sezioni che infileremo in una comoda sacca insieme alla rete, due picchetti,un treppiede con gambe telescopiche per alloggiarvi una macchina fotografica e per finire l’indispensabile materassino a piscina che ci agevolerà nel momento della foto e garantirà soprattutto un grande rispetto per la preda.
Quarta regola: pasturazione ed inneschi
Quando non possiamo permetterci come nel nostro caso di pasturare uno spot sistematicamente e per più giorni dobbiamo sfruttare il poco tempo a nostra disposizione per creare vicino ai nostri rig una zona attrattiva a 360°. In caso contrario invece cerchiamo di pasturare con boiles di qualità e non commettiamo ahimè l’errore che ancora in molti fanno di impiegare due tipologie di esche diverse ossia una di qualità inferiore per la pasturazione ed una invece migliore per i singoli inneschi, errore gravissimo!!!
Detto questo, cercheremo di utilizzare pochi prodotti ma avremo cura di scegliere quelli di altissima qualità e dei quali abbiamo la certezza che
vengano realizzati con materie prime selezionate. Quindi sceglieremo le nostre boiles, un barattolo di pop’p per creare eventuali snow-man o inneschi ad assetto neutro, due-tre cibi liquidi e qualche buona miscela per la creazioni di stick o method mix, non ci servirà nient’altro.
Ami a gambo medio dal filo robusto con punta rientrante ed opachi dal
numero quattro fini a scendere al due a seconda della tipologia di innesco che vorremo creare, qualche piombo adatto alla corrente, un tubo di retina in PVA e qualche sacchetto in PVA per creare le classiche “bombette”. Negli stick inseriremo sfarinati di vario tipo: boiles spezzettate, granaglie,pellet e tutto quello che la nostra fantasia ci suggerirà.
Ne prepareremo alcuni, mentre il method mix avremo l’accortezza di realizzarlo direttamente sullo spot. Consiglio di utilizzare la base-mix sia per gli stick che per il method aggiungendo del micro pellet e del robin red se non presente già nella base mix, poi bagneremo il tutto con olio di canapa e qualche cibo liquido tipo il Krill.
In sostituzione degli stick o anche in loro presenza potremmo ricoprire il
piombo tramite una pastella(per la sua preparazione vi invito a visitare www.carpmagazine.it dove potrete leggere un intero articolo a riguardo) oppure ancora meglio utilizzare una montatura da me realizzata ed adatta allo scopo(vedere foto).
Tutte queste soluzioni sono adatte a pescate veloci e di precisione in spot dove si conosce bene la morfologia e caratteristiche del fondale in tutte le stagioni dell’anno.
Una volta completato il nostro innesco lo lanceremo ed aspetteremo fiduciosi in completo silenzio.
Raggiunto il fondo la retina si scioglierà lentamente rilasciando tante particelle attrattive intorno al nostro innesco ed insieme all’ azione della pastella e dell’olio di canapa che si disperderà sull’intera colonna d’acqua ci permetteranno di aumentare notevolmente il potere attirante del nostro rig. Provare per credere!!!
Testo e Foto di Donato Corrente –www.carpmagazine.it–