Endine “Fast Session” di Primavera
Era una piovosa domenica di primavera: appena finito di lavorare, nel primo pomeriggio, prendo il telefono e chiamo il mio grande amico e compagno d’avventure Corrado Bettoschi ed alla domanda: “notte secca a Endine?” Lui risponde prontamente: “due ore al solito posto”. Si sa che questo lago non è un bacino facile, soprattutto se affrontato avendo a disposizione una notte e qualche ora del giorno successivo. Finito di montare l’indispensabile la pioggia ci dà una mezzoretta di tregua in cui vento e relative onde sembrano improvvisamente placarsi . . .
Ne approfittiamo per dare un occhiata a ciò che il nostro amato lago vuole dirci. Osservandolo notiamo un abbondante movimento delle nostre amiche con ripetuti salti in una precisa porzione di lago che solitamente non ci ha mai dato molte emozioni in tema catture. Optiamo per inserire tre canne nell’ area interessata dal movimento e distribuire le altre tre in differenti profondità: una a canneto le altre su primo e secondo scalino davanti a noi.
Come pasturazione optiamo per l’utilizzo di palline spezzettate RED FRUIT by ALASKA BAITS
(Un giusto compromesso pesce e frutta che a Endine ci ha regalato già grandissime emozioni) unite allo speciale attrattore RED FRUIT sempre by ALASKA BAITS per cercare di accelerare l’entrata in pesca e il relativo richiamo della nostra pasturazione . . .
Ogni pescata serve per crescere e imparare segreti e insegnamenti nuovi, ma da questa ho imparato a non calare mai i miei inneschi senza aver prima osservato per un po’ di tempo ciò che ha da dirmi lo spot che sto per affrontare. Le partenze non si fanno attendere e dopo qualche ora dalla calata degli inneschi ci troviamo subito impegnati a fronteggiare una carpetta modesta che si aggira sui 10 kg presa proprio nella zona in cui avevamo notato il movimento.
La pioggia è incessante ma non ricalare con una partenza cosi fulminea sarebbe da pazzi, quindi
fuori in barca e via a riposizionare l’innesco… La notte prosegue lasciandoci chiudere occhio per pochissimi spezzoni e giungiamo alla mattina con tre carpe, sempre più o meno della stessa taglia della prima, e un pesce perso. La giornata prosegue con svariate catture (la più bella una reginotta di 14 kg).
Nel tardo pomeriggio ci accingiamo a prepararci a smontare tutto quando la centralina comincia a suonare all’impazzata, ferrato la canna, usciamo in barca e ci avviciniamo al pesce, ma da come si comporta si capisce che non si tratta della solita partenza, e dopo più di mezzora di emozioni e fatica in mezzo al lago sotto il solito incessante diluvio ecco arrivare a guadino lei: una specchi linear di 18,5 kg. Un combattimento che ricordiamo filo per segno, un emozione che mai dimenticheremo, una cattura che portiamo dentro di noi. Ciò che ci rendeva più felici era il sapere che il nostro amato lago aveva premiato la nostra voglia di non mollare e la tenacia di affrontarlo anche nei momenti più burrascosi. Grazie Endine, la nostra seconda casa.
Autore Stefano Frutti -www.carpmagazine.it-