La 1º rivista digitale nata in Italia sulla tecnica del Carpfishing – 2011-2024
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Una vita da carpa

Una vita da carpa

Una vita da carpaQuante volte abbiamo sentito la frase “impariamo a pensare come un pesce”, ebbene in questo articolo vogliamo percorre un cammino a ritroso nel tempo dai primi passi del carpfishing, ma proprio dal punto di vista del nostro amato ciprinide che ci “racconterà” le sue esperienze.

La giornata inizia come al solito, la nottata è stata impegnativa e il girovagare interrottamente in cerca di cibo mi ha reso stanca, tanto che scenderò in acque più profonde per godermi un meritato riposo. Sono sufficientemente sazia, ho trovato una buona quantità di gamberi, vermi e piccole cozze proprio razzolando lunghe la riva, ma il cibo in questo lago sembra diminuire, chissà cosa sta accadendo, forse siamo in troppi o forse è colpa di quei “maledetti” bass che divorano tutti i piccoli crostacei.

SPALLAUna volta potevo contare su un’alimentazione più ricca e varia, ma oggi l’acqua di questo lago sembra essere peggiorata e con essa anche il cibo, i tempi cambiano e il nostro atavico nemico, l’uomo, ci complica sempre di più la vita. Le giornate trascorrono così, devo nutrirmi per rimanere sempre in forza, ho già una certa età e devo pensare a mantenermi in forma, e poi tra qualche mese mi attende la posa delle uova, un evento che mi deve trovare perfettamente in salute e ben nutrita. Inoltre, ci sono le nuove generazioni, piccole e spensierate, si riuniscono in folti banchi e scorrazzano per il lago facendo razzia di tutto il cibo che trovano: anche questo è un problema, non c’è più rispetto per le anziane carpe come me.

Che strano!

Ho sentito cadere qualcosa in acqua in lontananza! La mia innata diffidenza mi suggerisce di starne lontana, ma la mia 2altrettanto incontrollabile curiosità m’impone di andare a vedere. Del resto devo stare sempre molto attenta, quei dannati pescatori ne inventano sempre una più del diavolo e non vorrei… Mi avvicino con cautela e sul fondo scorgo decine di palline colorate, mentre altre piovano dall’alto, cosa sta accadendo, in questo tratto non ci sono alberi che sporgono sul lago, vivo qui da molto tempo e conosco ogni centimetro di sponda e poi sono frutti che non ho mai visto.

Mi avvicino lentamente, sospettosa ma tremendamente incuriosita: hanno un bell’aspetto, emanano un profumo invitante e sembrano decisamente buone da mangiare. Non resisto, devo assaggiarle e così decido di aspirane una: niente male, ha uno strano sapore speziato, ma risulta assai gradevole, ne provo un’altra e poi un’altra e cosi via. Sono veramente sazia, non so cosa siano e da dove vengano, ma queste palline, oltre ad essere gustose, sono molto nutrienti, tanto che credo che questa notte salterò il mio solito giro. Domani tornerò in questo luogo, chissà se ne troverò ancora, certo che è strano…

Un’esperienza che non scorderò mai

9Ci siamo, nuovamente il fondale è ricco di palline colorate: ancora qualche metro e poi potrò nuovamente mangiarne a sazietà. Sembrano uguali a quelle di ieri, ma che strano, laggiù ne vedo3 una che si stacca dal fondo, è più grande, gonfia ed emana un profumo fantastico: credo proprio che inizierò da quella. Ahimé! Tanti anni di esperienza non mi sono bastati e ci sono cascata nuovamente, maledetta “gola” e maledetti pescatori, è un inganno! Lotto con tutte le mie forze, l’amo conficcato nel labbro inferiore non mi fa male, ma sento che è inutile, anche questa volta mi attende un retino e poi…Mi trovo fuori dall’acqua, soffro ma posso resistere per un po’ di tempo lontano dal mio ambiente, speriamo di aver incappato in un carpista, li chiamano così, scrupoloso e coscienzioso, che faccia presto, mi tratti con cura e mi liberi prima possibile.

10Finalmente ci siamo, mi rimettono in acqua: sono sfinita ma felice di tornare a nuotare, un’altra bruttissima esperienza si va ad aggiungere al bagaglio della mia lunga vita, non si smette mai d’imparare e anche questa volta ci sono caduta. Eppure ero sicura, quella “maledetta” pallina sembrava perfetta, accattivante e saporita, in futuro dovrò stare molto più attenta, quei diavoli di pescatori ne hanno inventata un’altra delle loro.

Passano i mesi e gli anni 

Sono trascorsi alcuni mesi da quel brutto giorno, mi sono ripresa perfettamente e nel mio girovagare per il lago ho visto nuovamente in alcune zone quelle strane palline di vari colori e sapori e in molti casi mescolate ad ogni sorta di granaglie. E’ 4veramente strano, questo lago sta cambiando e succedono cose che mi fanno insospettire: il cibo è più abbondante e vario e si trovano cose che prima non c’erano.

Purtroppo, però, avverto che anche la presenza dell’uomo sulle sponde è molto aumentata e questo non fa presagire nulla di buono: sono sicura che hanno capito che in questo lago siamo in molte, grosse e affamate e le proveranno di tutte per allamarci. Devo stare sempre più attenta, essere più sospettosa  e muovermi con grande cautela se non voglio ripetere la brutta esperienza di qualche mese fa. Cercherò di alimentarmi solo di notte, quando tutto sembra essere più tranquillo, e spero di trovare ancora quelle strane palline, nonostante una di loro mi abbia ingannato, sono tremendamente buone, mi fanno crescere e, cosa importate, le digerisco con facilità.

Chissà, forse devo scartare quelle troppo grosse, del resto è proprio una di quelle che nascondeva l’inganno, e preferire le piccole palline, sembrano essere più naturali e meno pericolose. Inoltre, anche se mi dispiace, sarà bene che rimanga lontano dai luoghi dove ne “cascano” troppe e ricercare quei siti solitari, tra gli anfratti e i rami, dove è più facile che mi possa difendere. I tempi cambiano e i pericoli sono sempre maggiori: una volta il mais era pericoloso, il verme di terra, oggi ogni sorta di alimento può nascondere un’insidia.

6Questi pescatori moderni ne studiano sempre una nuova, e  scorgere ami e fili è diventato sempre più difficile, a dar retta all’istinto non dovremmo mangiare più nulla, ma come si fa, dobbiamo pur nutrirci! E poi questi nuovi frutti sono micidiali, non riesco a starne lontano, più ne mangio e più ne mangerei, se ne trovano di tutti i gusti e in tutte le stagioni, alcuni sono molto nutrienti e digeribili, altri meno e, a dire il vero, mi fanno anche male, ma quelli li ho ben presenti e non li mangio più. Insomma, i tempi cambiano e per una “vecchierella” come me le cose si fanno sempre più difficili, ma questo è il bello della vita e di essere carpa.

Una difficile convivenza

Detto questo conosco bene il mio “avversario” di sempre: è un nemico pericoloso ma strano. In questi ultimi anni è molto 8cambiato e si comporta decisamente meglio di quanto non facesse molti anni fa. Da una parte è molto più scaltro ed ha inventato sistemi diabolici per catturarci, ma dall’altra si comporta nei nostri confronti in modo sempre più coscienzioso, riservandoci cure e attenzioni una volta impensabili.

Dicono che sia questa nuova disciplina, il carpfishing, amata dalla nuove generazione che spesso sembrano essere molto più attente anche ai nostri problemi. In sostanza, dicono di volerci bene, amano pescare, ma…nulla di più, ci trattano bene, ci curano e, cosa molto importante, mettono a nostra disposizione grandi quantità di cibo, spesso proprio quelle maledette-benedette palline. Che dire, l’uomo mi fa paura ma m’incuriosisce, so che potrebbe farmi del male ma non riesco ad odiarlo e dopo tanti anni, nonostante sia diventata molto più saggia, so che cascherò ancora in qualche tranello.

Devo imparare ancora tante cose: i pescatori si evolvono e studiano sempre nuovi sofisticati sistemi per fregarmi e io devo trasmettere alle nuove generazioni di carpe tutta la mia esperienza, aumentare le loro difese, ne va della conservazione della specie. Del resto in questa eterna sfida per la sopravvivenza tra prede e predatori, l’uomo rimane al vertice della piramide: speriamo, però, che sappia comportarsi in modo coscienzioso e al passo con tempi, rispettando l’ambiente in tutte le sue forme, carpe comprese. Io da parte mia amo la vita ma anche il buon cibo, e quindi continuerò ad accettare la sfida, consapevole dei rischi e…vinca il migliore.

Testo e foto di Alfonso Vastano

 

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