La 1º rivista digitale nata in Italia sulla tecnica del Carpfishing – 2011-2023
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Le Chufas

Le Chufas

Nel panorama delle esche ce n’è una che utilizziamo sovente e che, se ben preparata e usata nelle quantità consigliate, può darci eccellenti risultati.

Articolo dopo articolo siete giunti a scoprire un altro appellativo delle tiger nut: “chufas”, strano nome vero? Infatti, questi sono tuberi per eccellenza nel mondo del carpfishing e sono conosciuti anche con questo nome. Cercherò per questa ragione, e almeno per questa volta, di chiamarle con il loro vero nome, chufas. Come forse già saprete, sono originarie della penisola iberica, coltivate in un’estesa parte del sud-est della Spagna, destinate in particolar modo non al solo uso per la pesca che ben tutti conosciamo, ma si prestano bene ad altri impieghi.

Le Chufas La pianta delle chufas si mostra in tutta la sua bellezza, se così vogliamo dire, con delle foglie fini, lunghe e sottili, con radici voluminose anch’esse lunghe cheSpalla 1 possiamo definire capillari: da queste germogliano i nostri tuberi destinati ad essere essiccati per poi essere introdotti in commercio. Questi sono coltivati per essere utilizzati in molti modi, impiegati per estrarre liquidi come l’aceto di chufas o la più famosa bevanda conosciuta con il nome di Horchata, derivata proprio dall’estratto vero e proprio delle chufas, bevanda da consumare fresca e dal gusto dolce con proprietà benefiche. Le chufas hanno la peculiarità di aiutare  tutte quelle persone che hanno qualche problema di colesterolo e trigliceridi, diminuendo dunque il colesterolo LDL (colesterolo cattivo) e di conseguenza aumentando l’HDL (colesterolo buono).

E ancora vengono tostate e consumate come snack da gustarsi in qualsiasi momento della giornata. Altro uso delle chufas è quello della realizzazione della farina che noi carpisti usiamo per la nostra disciplina, sia come taglio ai nostri mix che pura per realizzare delle ottime boilies naturalissime alle tiger nut. In Spagna usano queste farine soprattutto per farne dei deliziosi dolci dal gusto fruttato, nulla a che vedere dunque con la pesca. Le chufas le possiamo trovare nei nostri negozi in varie misure, questo grazie alla selezione effettuata dagli agricoltori iberici della provincia di Valenzia.

Chufas…ma con moderazione

E’ da sempre stato constatato che, pur essendo un’esca naturale, queste noccioline risultano alquanto di cattiva digestione per la carpa: una grossa quantità assimilata dal nostro ciprinide potrebbe causare ingenti danni provocando gonfiori enterici, piaghe, ulcere sul corpo, conducendo dunque il pesce ad una possibile morte. Cerchiamo di usarle con la massima convinzione che queste possono purtroppo anche fare del male e non facciamoci prendere la mano durante la pasturazione. Le chufas possono essere mescolate con facilità assieme ad altre granaglie molto più assimilabili dall’organismo della carpa. Credetemi, si può ugualmente avere grandi successi di cattura senza avere sulla coscienza un possibile decesso ittico.

E’ da considerare, inoltre, che un’eccessiva pasturazione di chufas rischia di saziare troppo in fretta il pesce, andando così contro a tutte le etiche di pasturazione e soddisfacendo a tal punto il suo fabbisogno alimentare per molto tempo da non doverlo indurre a trovarsi altro cibo. Rischieremo allora di catturare estremamente poco, dando magari la colpa alle nostre noccioline che sono risultate controproducenti e poco adescanti ai nostri occhi, quando invece la colpa è da attribuire totalmente a noi stessi. Dunque, possiamo tranquillamente consigliare che l’utilizzo delle chufas debba essere al quanto mirato durante una pasturazione: quindici, venti noccioline per canna risulteranno più che sufficienti per stimolare e invogliare la carpa a cibarsene.

Il posto giusto

7Collocare nel posto giusto le chufas è fondamentale e, come tutte le esche, sono  un’arma vincente, preferibilmente in quei posti dove il fondale risulta duro e dove sono presenti rocce e ghiaia: questo perché, come per tutte le esche presenti nella nostra pasturazione, riusciranno ad essere individuate molto più facilmente. Con questo non voglio dire che venga invalidata la capacita attrattiva delle chufas, solo che, essendo un’esca totalmente naturale, ritengo sia sottoposta ad assorbire di più  tutte le impurità del fondale stesso, non facendo così risaltare immediatamente le capacità di richiamo. Un efficace procedimento per rendere le nostre noccioline ancora più ricercate è sicuramente quello di farle trovare su una distesa di canapa e mais: il profumo del mais e le micro particelle rilasciate dalla canapa assieme alle chufas daranno vita ad un irresistibile richiamo, specialmente se presentiamo al pesce delle chufas come detto prima frantumate. Queste rilasceranno tutta la loro attrazione sotto forma di un liquido dolce e biancastro, mandando un segnale unico e irresistibile alla carpa.

E’ bene perciò valutare ogni singola chufas come fosse una boilies. Destinando una delle vostre canne innescata con una sola di queste, il potere attrattivo lo possiamo paragonare esattamente a quello delle boilies o forse anche di più se si effettuano alcuni accorgimenti prima dell’innesco sul rig, accorgimenti che daranno segnali immediati di attrazione portando il pesce ad una curiosità cieca. Per migliorare ancor di più il potere attrattivo delle chufas basta sicuramente mettere in atto alcuni trucchetti che siamo abituati a fare con le boilies da innesco o con le granaglie quando le andiamo ad addizionare con qualche prodotto attrattivo. Basterà perciò aggiungere una miscela attrattiva liquida nell’acqua destinata all’ammollo delle chufas e queste inizieranno ad assorbire i nostri attrattori aromatici: otterremo così un’esca naturale ma con le stesse proprietà olfattive di una delle boilies che sono in pesca.

Molti inneschi

9Molteplici le tipologie di presentazione del rig, dalla versione pop up a quella affondante, oppure ad assetto neutro, altrimenti controbilanciate sia con del piombo e/o magma che  con una boilies o con un’altra chufas più grande e affondante. Si può anche renderle galleggianti tramite del sughero o della spugna,  tutte soluzioni che potranno sicuramente dare grosse soddisfazioni in quanto a catture, funzionali ma anche laboriose, ma al carpista quando è in pesca non gli manca di certo né la fantasia né il tempo per poter combinare soluzioni d’innesco vincenti.

La selezione

3Certamente, come tutte le cose di valore, anch’esse vengono minuziosamente selezionate per dare al mercato il meglio che si possa trovare, destinando certe qualità per l’uso alimentare umano ed altre a destinazioni diverse. La selezione dunque avviene dando un senso a quello che potrebbe essere la designazione d’impiego, dividendole per classe di misura:

  • 6-8 mm: questa viene consideratala la taglia piccola. Ottime dunque se si decide di usarle come mini boilies o nella pasturazione con mini
    Donato Corrente
    Donato Corrente

    particles. Riusciranno ad essere irresistibili assieme alle nostre combinazioni di granaglie.

  • 8-12 mm: viene considerata la misura standard. Perfette per tutte le situazioni, possono essere utilizzate dunque come vogliamo, sia per l’innesco che per le pasturazioni.
  • Oltre 12 mm vengono selezionate la chufas rotonda e quella larga. Queste, vista la loro dimensione, sicuramente potranno essere usate per scegliere il pesce. Il loro utilizzo in un rig lungo per facilitare il doppio o/e il triplo innesco potrà esserci sicuramente d’aiuto per selezionare la taglia.

Tuttavia, nessuno di noi può obiettare che le chufas siano e resteranno delle ottime esche, sopratutto grazie alla facile presentazione data dalla semplicità d’innesco sull’air rig.

La preparazione

Molte pagine di articoli sono già state scritte e molti di noi sicuramente avranno anche di certo posto già qualche modifica alla loro preparazione originale. Cercherò 8dunque di essere il più conciso possibile soffermandomi solamente sui punti base. Per preparare le chufas, essendo un tubero essiccato quando lo andiamo ad acquistare, siamo costretti ad immergerle in un contenitore con acqua, se vogliamo anche aromatizzata. Vedremo già dal giorno seguente che la loro dimensione sarà aumentata rigorosamente del doppio. Alcune noterete che galleggeranno: non disperate, le potrete usare come esca pop up riuscendo a bilanciare anch’esse come una normalissima boilies. Facciamole perciò  macerare qualche giorno, 48/72 ore, con l’aggiunta se vogliamo di un po’ di zucchero o dolcificante.

Verranno sufficientemente dolci e gustose, ma ricordo inoltre che lo zucchero immesso velocizzerà il processo di fermentazione per poi passare alla fase successiva della bollitura. Questa dovrà essere non inferiore ai 35/40 minuti. Fatto questo, il risultato sarà quello di ottenete delle chufas al tatto molto tenere che riuscirete a rompere con le mani. Dopo la bollitura lasciatele riposare ulteriormente, appurando sempre che queste siano ricoperte d’acqua. Riponetele in un secchio dalla chiusura ermetica e che il tempo faccia il suo corso: inizierà infatti la seconda fase di fermentazione e noterete che nelle chufas si formerà una parte flaccida e collosa e solo a questo punto le nostre noccioline saranno pronte per essere introdotte tra la lista delle esche. Inoltre, se avete la possibilità di poterle frantumare, potrete notare quanto il processo di fermentazione di questa venga in qualche modo accelerato riducendone drasticamente i tempi per poterle usare come un’irresistibile poltiglia attrattiva.

Composizione chimica

E’ bene sapere che tutti gli organismi viventi, uomo compreso, necessitano di fabbisogni indispensabili a regolare tutte le funzioni dell’organismo. Tra questi dati dobbiamo tenere in considerazione che per il fabbisogno giornaliero ci vogliono grassi, proteine, zuccheri, fibre, ecc., pertanto è doveroso unire a questo articolo anche una tabella dei valori e delle capacità nutritive che le chufas, ricche di minerali e vitamine C ed E, apportano:

Proteine       0,6%

Grassi          26%

Glucosio      21%

Fibre            12%

Amido          31%

Carboidrati  12%

Consiglio, come già detto in precedenza, di abbinare a questi tuberi anche esche alternative più ricche di carboidrati quale il mais, questo per rendere più completa ed efficace una pasturazione preventiva, tenendo sempre ben presente lo scarso quantitativo di chufas da impiegare. Volendo analizzare quale grande attrazione hanno questi tuberi, oserei impiegarli in ogni stagione, anche se di fatto la considero un’esca da utilizzare esclusivamente nei periodi caldi, solamente perchè ho la convinzione che tutte le granaglie in genere diano il loro miglior rendimento quando l’acqua è decisamente più calda e credo che anche le chufas rilascino tutte quelle sostanze attrattive in esse contenute proprio in quei periodi, diventando decisamente irresistibili per i pesci.

Chufas method mix

Confesso che per realizzare un method veramente efficace ho dovuto pazientare con me stesso un bel  po’ prima di riuscire a capire quali fossero le basi primarie per 6realizzare un buon method mix che avesse combinazioni attrattive efficaci, proprietà leganti e olfattive.  Ho passato tanto tempo a macinare possibili combinazioni, mescolando questo e quello per trovare la forza legante e allo stesso tempo desiderabile al mio olfatto, per poi  passare molte ore in pesca a provare e testare di persona tali combinazioni scontrandomi con qualche cattura di poca rilevanza e qualche bel cappotto da indossare anche in piena estate. Questo però mi ha permesso di riflettere per poi realizzare tutte quelle modifiche del caso che hanno fatto, a mio parere, di un discreto method mix un ottimo method mix, utilizzando poche cose come ingredienti ma di assoluta efficacia, che hanno dato una significativa impronta, per quanto concerne l’attrazione olfattiva dalla carpa, in modo totalmente naturale. E’ arrivato dunque il momento di svelarvi la ricetta per realizzare il mio method mix:

canapa macinata

tiger nut macinate

carruba macinata

farina di tiger nut

mais cotto macinato

melassa liquida

gamberetti disidratati (quelli per le tartarughe) 

Testo e foto di Mauro Cabianca

 

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