A tutto Amur
Conosciamo davvero questo splendido pesce che ci regala spesso combattimenti da cardiopalma che non sempre sono vinti dal pescatore.
L’amur o carpa erbivora è originaria dei grandi fiumi dell’Asia orientale, fra lo Chang Jiang e il bacino Amur da cui prende il nome volgare. È un pesce appartenente alla famiglia dei ciprinidi, ma presenta delle caratteristiche corporali molto diverse. La sua bocca è ampia e priva di barbigli, comunemente detta a “becco”. La forma del corpo è affusolata e leggermente compressa nella porzione caudale. La pinna dorsale è piccola e impiantata perpendicolarmente alle pinne ventrali, mentre la pinna anale è molto arretrata. Nelle nostre acque, generalmente, non riesce a riprodursi in quanto mancano le condizioni ideali perché ciò avvenga. Tuttavia, la sua presenza si fa sentire cospicuamente in quanto questo pesce è stato introdotto nelle nostre acque agli inizi degli anni sessanta, per cercare di ripulire i bacini e i corsi d’acqua dalla vegetazione acquatica infestante cresciuta a causa dell’eutrofizzazione degli ambienti di acqua dolce. Tutto ciò perché l’amur si nutre in prevalenza di vegetazione acquatica, consumando un quantitativo che può raggiungere una volta e mezza il suo peso in 24 ore nel periodo estivo, cioè in corrispondenza del massimo innalzamento della temperatura dell’acqua.
Oggi
A causa della sua voracità, l’amur ha però sconvolto, a distanza di anni, l’habitat degli ambienti in cui è stato introdotto, riducendo la presenza delle piante acquatiche. Infatti è venuta a mancare anche la condizione al contorno ideale per la vita di microinvertebrati ed altri piccoli insetti acquatici utili all’alimentazione delle carpe e di altre specie ittiche. Inoltre, proprio in quelle distese di alghe molte specie deponevano le loro uova. Per questo motivo oggi in molti luoghi si cerca di riportare un equilibrio andato ormai perduto sopprimendo questi stupendi pesci: questo per la nostra etica di fondo è comunque una cosa negativa. Proprio ciò che accade anche con un altro pesce, il siluro, ma questo è un altro discorso!
Tattica di pesca
L’amur è un pesce famoso per la sua voracità che gli ha consentito di raggiungere i 40 kg di peso e i 120 cm di lunghezza in pochi anni. Inoltre non è un pesce solitario, ma generalmente pascola in piccoli branchi. Sommando la sua voracità al fatto che non nuota mai da solo, ne viene da sé che per catturarlo sia necessario preparare un fondale molto ricco di nutrimento. È ideale pasturare abbondantemente soprattutto con granaglie alle quali non sa proprio dire di no, anche se in taluni casi viene catturato anche con le boilies: questo proprio perché quando inizia a mangiare spazzola tutto ciò che gli capita davanti. La pasturazione ideale è composta da molte granaglie, come mais, tiger nut, lupini, canapa, piselli, favetta e molti altri ancora, magari incrementate anche da qualche manciata di pellet che ne aumenta notevolmente il richiamo una volta sciolte in acqua, lavorando a diversi livelli e richiamando in pastura i pesci con maggiore facilità.
Per la pasturazione è utilissimo servirsi di un classico cucchiaione se si pesca nel sottoriva, oppure in alternativa di una buona fionda, mentre se si vuole insediare questo pesce in qualche scalino distante da riva, oppure nel sottosponda davanti a noi, è utilissimo l’utilizzo del bait rocket. Se si pastura con questo attrezzo è bene andare a bloccare attraverso l’apposita clip posta sulla bobina del mulinello il filo stesso; in questo modo pastureremo con estrema precisione il punto prescelto, aumentando notevolmente le possibilità di catturare velocemente. Questo sistema è utilissimo non solo nella pesca in canale, ma anche in lago, consentendoci appunto di avere la massima precisione e di non sparpagliare inutilmente la pastura. Nelle giornate più assolate e calde diventa molto facile catturare uno di questi meravigliosi pesci.
Diventa ideale pasturare nelle ore più calde e torride, dove spesso si ferma per qualche ora sostando sotto la superficie dell’acqua, per poi pescarlo nelle ore serali o mattutine a ridosso di erbai, o ancora meglio di scalini o vicinissimo a riva dove spesso lo si nota a causa del rumore che provoca spezzando i canneti per cibarsene. Una precisazione però va fatta: se si pesca nell’immediato sottoriva bisogna mantenere il massimo silenzio, in quanto questo pesce può essere molto sospettoso. Inoltre va precisato che non sempre tutte le zone di acqua bassa sono degli ottimi spot per insidiare gli amur. Di certo sono da prediligere tutte quelle zone ricche di vegetazione, o di ripari naturali: in questi piccoli anfratti troveremo sicuramente la cattura tanto sperata.
Esche e inneschi
L’apparato boccale dell’amur è diverso da quello della carpa, com’è differente anche il suo modo di mangiare l’esca. Infatti non l’aspira, ma letteralmente la morde prendendola tra le possenti e durissime labbra. Per questo motivo la presentazione dovrà essere diversa e la pesca assolutamente dedicata. L’hair-rig dovrà essere molto corto, cioè la distanza tra amo ed esca dovrà essere ridotta al minimo, a volte inesistente. I terminali saranno abbastanza corti, a meno che non si peschi nel fango, e i piombi da usare generosi per facilitare l’autoferrata nelle durissime labbra del pesce. Personalmente prediligo l’uso di piombi in linea che mi garantiscono una velocità di allamata molto maggiore rispetto al classico piombo a perdere. I tipi di innesco da prediligere sono sicuramente quelli pop up, in quanto in questo modo l’amo è già posizionato nel migliore dei modi: tuttavia, anche con esche bilanciate si
ha una buona garanzia di cattura. Per avere una buona allamatura sono da preferire ami a punta dritta e non a punta rientrante, ciò perché con una punta dritta si riuscirà ad avere una penetrazione più profonda nelle dure labbra del pesce, dovuta proprio al suo diverso modo di cibarsi. Gli ami dovranno avere inoltre un filo molto robusto e grosso, perché sovente, a causa delle labbra durissime, l’amur spezza li spezza o li apre con estrema facilità. Nelle pescate veloci è d’obbligo l’uso del mais anche come innesco, in quanto è l’esca più rapida nell’entrare in pesca. Se vogliamo selezionare la taglia, nel caso si peschi in laghi dove ci sono molti amur, non esitiamo ad innescare coroncine di mais anche di 5-6 chicchi, cercando sempre di bilanciarlo e renderlo galleggiante con delle apposite spugnette (foam).
Recuperi mozza fiato
Molto eccitanti sono poi i recuperi di questo tipo di pesce, in quanto dopo le caratteristiche mangiate, che il più delle volte sono date da una serie lenta di calate e micro partenze, lasciano il pescatore imbarazzato dalla facilità nel recupero del pesce, ma è una facilità apparente: infatti, una volta arrivato nel sottoriva, l’amur scatena tutta la sua furia e violenza, mettendo a dura prova la nostra attrezzatura e costringendoci ad essere molto veloci a rilasciare la frizione, perché quando si gira e riparte può percorrere anche 20 mt in pochissimi secondi. Infine, ultima raccomandazione è quella di fare attenzione anche durante la guadinatura in quanto, anche se il pesce sembra stanco, ho visto io stesso amur sfondare reti del guadino, o ancora più sorprendente è quando il pesce letteralmente salta uscendo dalla rete: quindi molta attenzione. In commercio ci sono delle reti per guadino ideali per la pesca all’amur, provviste di una dimensione extra large. La maglia della rete resta sempre la stessa, ma il sacco è delle dimensioni di una persona! Questo per farvi capire la mole che questo pesce può raggiungere.
Foto di rito
L’amur è un pesce molto delicato che non può stare a lungo fuori dall’acqua. Fate quindi le foto di rito molto velocemente e poi rimettetelo nel suo ambiente dopo averlo fatto ben ossigenare. Questa operazione si deve fare in quanto l’amur ingerisce molta aria quando è fuori dall’acqua e bisogna fargliela espellere tenendolo per la coda e mandandolo avanti e indietro con molta delicatezza, magari massaggiandogli pure la pancia, tutto ciò logicamente tenendolo completamente immerso in acqua. Se non viene fatta questa operazione l’amur, pur ripartendo in acqua con molta vigorosità, dopo pochi metri potrebbe tornare a
galla a causa della troppa aria presente all’interno della vescica natatoria. Spesso leggerezze come queste portano alla morte il pesce: quindi massima attenzione e cura. Sembra superfluo inoltre ricordare il corretto utilizzo di un buon materassino per proteggere il pesce dagli urti possibili, ma è una raccomandazione doverosa in quanto molto spesso si vedono pescatori che tralasciano questo accessorio a discapito del pesce. L’amur è un pesce fantastico da catturare ed osservare: un pesce poderoso ma altrettanto delicato, un degno avversario da insidiare e combattere. Un vero e proprio siluro d’acqua capace di farci innamorare.
Preparazione del mais
La preparazione della pastura è una parte fondamentale per il buon esito della pescata. Per essere sicuri che il mais sia ben fatto, quindi sicuro per la digestione del pesce e al tempo stesso molto catturante, possiamo così prepararlo:
- Mettiamo in ammollo in un secchio il quantitativo di mais che ci servirà immergendolo completamente in acqua.
- Dopo averlo ammollato per almeno 24 ore, procediamo alla sua cottura che dovrà durare circa 40 minuti dal momento in cui l’acqua inizia a bollire.
- Terminato tale tempo spegniamo il gas e lasciamo il mais immerso nell’acqua di cottura. Da questo istante teniamo controllato il livello dell’acqua perché da qui fino al suo raffreddamento il mais assorbirà molta acqua gonfiandosi. Dovrà risultare sempre sommerso dall’acqua.
- Durante il raffreddamento possiamo inserire zucchero, melassa o attiranti vari all’interno dell’acqua che poi il mais assorbirà al suo interno.
Non abbiate paura se il mais inizia a rompersi, in questo modo avrete ottenuto un mais speciale, molto attirante e facilmente digeribile.
Testo e foto di Alessandro Crosato