La 1º rivista digitale nata in Italia sulla tecnica del Carpfishing – 2011-2024
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Semplicità

Semplicità

SemplicitàA volte i sogni si avverano con la stessa semplicità con cui nascono nella nostra mente, bisogna solo rincorrerli, raggiungerli e coltivarli. Semplicità, a volte un termine che sembra sia preferito come sinonimo di “leggerezza”, una parola piccola dal suono orecchiabile, utilizzabile in milioni di contesti dove spesso rappresenta la chiave di svolta.

                                                                           

0126Quel giorno filava tutto per il meglio, sarà perché ero spensierato, sarà che era una bella giornata di festa in compagnia della mia ragazza, sarà che appena arrivato sulla postazione che ormai bazzicavamo da tempo ho visto due belle carpette rollare a 50\60 mt da riva! Con la mente leggera e serena corsi a montare il campo: quella tranquillità che si respirava nell’aria sembrava quasi farmi dimenticare le 19 notti di cappotto passate in compagnia del mio compagno su quella postazione, la voglia di pescare era tanta, la voglia di rivincita si faceva sentire più forte di prima e quando c’è quella niente ci può spaventare. Ed eccomi a pesca. Tutto era pronto, ma qualcosa mancava, il mio compagno di avventure con il quale confrontarmi, ma dopo le numerose sessioni passate su quella zona del lago si può dire che potevo muovermi con una buona disinvoltura. Tutte quelle notti di cappotto ti insegnano sicuramente cosa non fare!

La preparazione

0142Senza troppe strane complicate idee mi dedicai alla preparazione dell’attrezzatura: nylon in bobina, uno shock leader robusto ed affidabile, montatura in line ed un  terminale eseguito con un nodo senza nodo sugli ormai vecchi e cari Fang Twister del 2. Innescai due canne con boilies equilibrate del 20 ed una con una pop up che svettava per circa 5 cm dal fondale. Un montaggio a mio parere facile e funzionale che fino ad ora non ci aveva mai tradito, “scortato” nelle profondità cristalline del lago da una leggera pasturazione del nostro birdfood stratestato. Senza troppe perplessità calai le mie canne su tre fasce d’acqua molto differenti tra loro per quanto riguarda la profondità, ma non per la composizione del fondale che in quella zona si presentava abbastanza omogeneo per composizione e struttura. Mentre ascoltavo la mia ragazza ripassare in tenda il suo esame di letteratura italiana, sentii un suono familiare: un avvisatore impazzito in lontananza. Che brivido: immerso nel piacere donatomi da quella musica per noi divina, e totalmente affascinato da quello che mi circondava, mi piazzai davanti al pod contemplando quel momento di pace. E come nel migliore dei sogni arriva il mio bip, singolo e deciso! Io ero là, a gustarmelo tutto in diretta, a sperare che quel bip non rimanesse tale, come un musicista che non vede il momento di dirigere la propria orchestra e di sentirla suonare.

Una cattura fantastica

0120Seguì una lenta partenza, ero avvolto dal silenzio, sentivo solo il mio avvisatore urlare nella notte, ora in maniera più insistente che mai. Ferrata la canna, una lenta e continua trazione mi diede il benvenuto e anche filo da torcere per un bel po’, uno dei combattimenti più belli che abbia mai vissuto si stava consumando e stava andando a buon fine. Nel mentre la mia ragazza già aveva impugnato il guadino e precisa insaccò il pesce all’interno della grande rete. Lessi la mole del pesce nei suoi occhi, non parlava, era immobile, osservava stupefatta quell’animale dalla maestosità che toglieva il fiato. Una regina enorme dai classici colori vulcanici ed in piena salute era adagiata sul mio materassino: finalmente i miei sforzi erano stati ricompensati! In quell’istante magnifico, tra la moltitudine di sensazioni che mi attraversavano, provavo solo un po’ di dispiacere per il mio compagno che non era lì presente a gioire con me, trattenuto lontano da quel luogo magico per un impegno importante: sapevo però che sarebbe corso la mattina dopo per le foto di rito. Dopo aver riposto la “signorona” nella sacca di mantenimento, seguì un’altra cattura decisamente più piccola, ma ormai non riuscivo più a chiudere occhio, continuavo a sognare e stetti tutta la notte a fare avanti e indietro dalla tenda al luogo dove il pesce riposava tranquillo, per controllare quel trofeo desiderato quanto non mai.

Una mattinata particolare

tanta prudenza in queste situazioniAlle prime luci dell’alba un bizzarro pescatore, se così possiamo definirlo, decise di piazzarsi a meno di tre metri dal mio pod: incuriosito osservava la mia attrezzatura, quasi volesse entrare anche nella tenda, e le sventurate prede che rimanevano ingannate dal suo strambo modo di pescare finivano tutte in un secchio ben tappato, segnale evidente che i vari persici sole, scardole e tinche avrebbero fatto una brutta fine… Uscito dalla mia tenda iniziarono mirabolanti racconti seguiti poi da richieste un po’ arroganti: se prendevo carpe “dovevo” darle a lui. Intanto il mio pensiero era solo per la mia reginona bronzata, volevo tirarla fuori dalla sacca per ammirarla in tutta la sua bellezza, vedere le sfumature della sua livrea infuocata dal sole per poi liberarla, così maestosa com’era venuta, nel suo ambiente.

Ma sapevo che sarebbe nata una tery3 copylunga discussione con il signore in questione e così, ansioso, aspettai che lo scomodo personaggio se ne andasse. E finalmente eccola tra le mie mani, una creatura magnifica, impeccabile nelle forme e nello stato, era il giorno più bello della mia vita e l’ingrediente segreto era stato solo uno, la semplicità. Mentre questo momento veniva immortalato dai numerosi scatti della digitale, l’unica delle tre canne rimaste in pesca decise di regalarmi un’ulteriore emozione e mi ritrovai a combattere con un altro nervoso pesce. Dopo qualche minuto mi ritrovai con tanti chili sul mio materassino, il sogno non sembrava finire mai! Uno splendido amur posò per qualche veloce scatto accanto alla “sorellona” baffuta.

Soluzione collaudata

teryIl giorno seguente non riuscii ad uscire in barca a causa del forte vento che tramutò il lago quasi in un mare in burrasca, ma pur di tentare decisi anche questa volta per la soluzione più semplice e logica: uno stringer con 5 boilies per ogni canna e un lancio ben calibrato. Ultima notte ed ennesima cattura, un pesce davvero potentissimo: rimasi sbalordito per la resistenza e la stregua nel combattimento, numerose ripartenze di fronte al guadino che mi fecero divertire moltissimo. Questa splendida sessione volgeva al termine con all’attivo cinque partenze ed altrettanti pesci portati a guadino. La severità con cui il lago aveva trattato me ed il mio compagno d’avventure sembrava quasi un ricordo lontano in quel momento, ma mai abbassare la guardia contro “avversari” come questo, e mai pensare di averli in pugno perché possono riprendersi tutte le gioie che ci hanno donato in un batter d’occhio. Non si deve mai tornare a casa convinti di sapere, ma solo con un’esperienza in più da conservare dentro come un tesoro, ma quel giorno portai con me anche una certezza che si è affermata nella mia coscienza come una legge sacra da rispettare ovunque: la legge della semplicità.

Testo e foto di David Bracaglia

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