Catture tra le alghe
Relax, sognare e essere appagati. Questi sono alcuni concetti chiave che descrivono la mia esperienza di pesca. Vivere la natura in modo puro. Per un momento non ci sono persone intorno a me. Fuggito dalla realtà, ma anche fuggito dalla vita frenetica con le responsabilità associate. Ma la cosa più importante: l’esperienza della libertà assoluta, ma naturalmente con un unico obiettivo: prendere una carpa. Quando vedo una carpa, voglio catturarla, è un istinto di caccia, preferibilmente in un ambiente libero e selvaggio poichè io sono un solitario quando vado a pesca. Un altro motivo per cui sto a pescare da solo, è la passione della pesca nei margini. Adesso descriverò alcuni aspetti legati alla pesca marginale e nelle zone ricche di vegetazione acquatica fonte di riparo ma anche di nutrimento per le carpe.
In queste zone esiste un habitat ideale per una grande varietà di organismi e microrganismi che vivono in acqua. Batteri, dafnie, e tanti altri minuscoli microorganismi acquatici, conferiscono all’acqua una capacità autopulente. Tutti questi organismi acquatici sono anche parte della catena alimentare o addirittura costituiscono una fonte di cibo diretta per i pesci. Queste zone possono essere una vera e propria attrazione per le carpe e di solito si trovano nell’immediato sottoriva.
Io preferisco le zone con erba e piante, non solo perché ricche di alimento naturale, ma anche perché possono essere delle zone dove il pesce va ripararsi o nascondersi.
La tattica di lanciare in mezzo alle alghe
Durante la passata stagione ho cercato di analizzare alcune aree ricche di alghe. L’ho fatto perché volevo pescare in un punto che era
circondato da varie piante acquatiche. In questa zona la vegetazione era abbondante e quindi ho deciso di utilizzare i sacchetti di PVA. Grazie ad essi riuscivo a calare i miei inneschi in punti precisi e precedentemente scoperti con l’uso dell’ecoscandaglio portatile con sonda wireless, inoltre i sacchetti di PVA mi davano la sicurezza matematica di essere in pesca poichè grazie ad essi il mio terminale non veniva in contatto con nessun tipo di vegetazione acquatica depositandosi perfettamente sul fondale.
Il terminale da me utilizzato è stato un Chod Rig ideale per pescare in quella situazione. Ho utilizzato anche della canapa che una volta sul fondale ha portato anche altre specie ittiche, come tinche e lasche, ad alimentarsi aiutandomi allo stesso tempo a smuovere il fondo facendone una vera e propria zona di alimentazione, questo è il risultato che avevo in mente.
Ho deciso di impiegare una grande quantità di canapa comprimendola in uno stick-mix insieme alla farina di pesce di ottima qualità, il tutto l’ho bagnato con della melassa ricca di zuccheri semplici e molto gradita dalle carpe. Dopo aver pasturato per una settimana con tanti semi di canapa avevo raggiunto l’obbiettivo di crearmi una zona pulita di circa un metro quadrato in mezzo alla vegetazione ma le carpe si erano un pò abituate ad alimentarsi con la canapa, quindi ho deciso di utilizzare della farina di canapa per crearmi delle boiles da 14 e 20 mm con le quali ho cominciato a pasturare lo spot. Dopo un’altra settimana di pre-pasturazione ho cominciato ad ottenere numerose catture sui miei rigs innescati a boiles questa volta ed accompagnati dal solito stick mix.
Mimetismo
Sono fermamente convinto che occorre mimetizzarsi molto e essere il più silenziosi possibili durante le sessioni di marginal fishing e soprattutto pescando in ambienti con acque cristalline. Utilizzo quindi rigorosamente occhiali Polaroid e abbagliamento mimetico. Il sistema uditivo della carpa è molto sviluppato e le permette di sentire anche la minima vibrazione, esso è composto da due organi che combinati tra loro, permettono una ottima ricezione del suono: la vescica natatoria e l’apparato di Weber. Poichè il gas presente nella vescica natatoria è più comprimibile dell’acqua, le onde sonore la fanno vibrare, amplificando i suoni. Una catena di ossicini presenti solo nei Ciprinidi detto apparato di Weber collega direttamente la vescica con la parte inferiore dell’orecchio, permettendo una funzionalità uditiva migliore, per questi motivi occorre rispettare un silenzio assoluto quando si pesca marginalmente.
La pesca in Stalking alla carpa nel sottoriva è una mia grande passione . In questo modo cerco anche di osservare come si muovono e come si alimentano le carpe. Questo mio modo di pescare a volte con successo e a volte senza successo rappresenta un processo di apprendimento continuo ed interessante. Questo è a mio parere “il carpfishing”.
Testo e foto di Roy Alofs from Holland -www.carpmagazine.it-
Supervisione di Donato Corrente