La 1º rivista digitale nata in Italia sulla tecnica del Carpfishing – 2011-2023
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Sotto Sponda

Sotto Sponda

Sotto SpondaIn molti casi possedere una buona tecnica di lancio e riuscire a posizionare le nostre esche lontano dalla riva può determinare il successo della battuta di pesca. Tuttavia, in alcune situazioni la pesca a corta, cortissima distanza, spesso a torto snobbata, può regalarci catture sorprendenti.

E’ tipico del nostro modo di pensare e non solo nel carpfishing: la pesca a lunga distanza ci affascina e saper lanciare bene e lontano 9rappresenta una delle mete più ambite da parte della grande maggioranza dei pescatori. Nulla di male in questo, anzi, e del resto nessuno meglio di me, che pratico da sempre il surfcasting in mare, può comprendere questo fenomeno. Tuttavia, pensare che il binomio pesca lancio sia sempre garanzia di un maggiore numero di catture è sbagliato, o perlomeno è vero solo in alcune situazioni. Purtroppo, infatti, molto spesso la ricerca del lancio estremo a tutti costi ci porta a sottovalutare la pesca a corta distanza, ad ignorare totalmente il sotto riva, dove invece le grosse carpe abitualmente si recano alla ricerca di cibo. Se ci soffermiamo a ragionare un po’, del resto, è facile intuire il motivo di tale fenomeno; molte specie di piccoli molluschi, crostacei ecc. vivono lungo le rive, in acqua molto bassa e al riparo della vegetazione, va di conseguenza che i grossi ciprinidi, ghiottissimi di questi piccoli animaletti, si aggirino lungo le rive dei laghi e dei fiumi per alimentarsi. E’ proprio esperienza recente, durante una battuta di pesca ho personalmente assistito ad alcune catture avvenute a pochi metri dalla sponda, lungo una massicciata, catture che hanno risollevato le sorti di un’uscita che stava volgendo al cappotto totale. In altre parole, le canne poste in lontananza, nonostante una ricca pasturazione, non hanno dato nessuna cattura per ben tre giorni e solo la scelta di cui sopra, effettuata a fine battuta, nell’ultima notte ha consentito alcune catture degne di nota.

Accorgimenti particolari 

Trattandosi di pesca in prossimità della riva, spesso a pochissimi metri dalla sponda, possiamo incontrare alcune difficoltà legate 3alla tipologia dell’ambiente, ma principalmente ai rumori che possiamo emettere, un fattore spesso decisivo con il quale dobbiamo necessariamente fare i conti. In questo caso, infatti, è facilmente intuibile che muoversi con estrema cautela e in silenzio siano assolutamente obbligatori. Le grosse carpe sono generalmente molto diffidenti e i rumori improvvisi possono insospettirle a tal punto da farle abbandonare la zona anche per lunghi periodi, vanificando tutti i nostri sacrifici; è consigliabile quindi, come prima cosa, porre il nostro campo base lontano dalla postazione vera e propria, quella in cui posizioniamo i nostro rod-pod.

Questo accorgimento diventa indispensabile se decidiamo di fermarci qualche giorno: in questo caso abbiamo la necessità di svolgere svariate attività, dal preparare il mangiare alle piccole operazioni di campeggio e tutto questo si traduce in fastidiosi e inopportuni rumori. A tale proposito, ricordiamoci che non è tanto il parlare che può recare disturbo, ovviamente evitiamo di urlare, bensì tutto quello che si traduce in rumori sul terreno, come piantare picchetti o semplicemente camminare, dove i suoni si propagano in modo rilevante, giungendo in acqua amplificati. Inoltre, durante le nostre battute di pesca facciamo spesso uso di una piccola imbarcazione per pasturare o per portare le nostre lenze lontano dalla riva: ebbene, anche in questo caso, se abbiamo intenzione di porre una canna nell’immediata vicinanza della riva, è bene far sostare la barca lontano dal nostro rod-pod.

In alte parole, bisogna evitare qualsiasi suono anomalo che potrebbe insospettire il pesce e, anche se generalmente le catture avvengono durante le ore notturne, è necessario abolire ogni tipo di rumore anche di giorno: spesso le carpe, durante le ore diurne, si aggirano nei luoghi dove poi decideranno in seguito di recarsi ad alimentarsi. In questo senso anche il lancio delle nostre canne dovrà essere il più limitato possibile, una volta nell’arco delle 24 ore sarà sufficiente un continuo cadere di piombi sarebbe infatti deleterio e metterebbe in allarme il pesce.

Tattica e pasturazione 

Chi mi conosce lo sa, non amo le grandi pasturazioni, ma mai come in questo caso le ritengo assolutamente deleterie. Dovendo4 svolgere un’azione di pesca a cortissima distanza in prossimità della sponda, spesso a ridosso della vegetazione, una manciata di boilies e un po’ di pellets saranno più che sufficienti ad attirare le carpe verso il nostro innesco. Del resto, in una situazione dove il pesce è abituato a ricercare cibo naturale quale gamberi e piccoli crostacei, in zone generalmente con acqua bassa e a ridosso di cannelle o altro, immettere in acqua grandi quantità di cibo non è necessario ma potrebbe risultare deleterio ai fini del risultato. In altre parole, in molti casi lanciare in acqua l’innesco arricchito con sacchettino di PVA con un po’ di pastura, composta da boilies spezzettate o pellets, è più che sufficiente.

SPALLAPer quanto riguarda la pesca vera e propria, sicuramente le ore notturne sono le migliori, anche se, nella stagione estiva, in prossimità di sponde ricche di vegetazione, non è raro intravedere, all’ombra di qualche pianta, esemplari di carpe o di amur, e quindi catturabili anche in pieno giorno, magari con un bell’innesco a galla o a mezz’acqua. Infine, nella scelta delle canne per la pesca a corta distanza è preferibile orientarsi su modelli non troppo rigidi e di libbraggio contenuto: ciò faciliterà in fase di abboccata la ferrata e le possibilità di rottura saranno ridotte. Inoltre, nel disporre le nostre canne sul rod-pod è buona abitudine lasciare la frizione un po’ più libera del solito per facilitare la fuga del pesce che in questi casi è generalmente molto violenta.

Esche e inneschi 

Nulla di particolare per quanto riguarda le esche e gli inneschi nella pesca sotto sponda; tuttavia, in questo caso personalmente 10preferisco confezionare boilies ricche di aminoacidi e di estratti naturali: in altre parole, è questa l’unica situazione in cui preferisco utilizzare impasti sostanzialmente molto proteici. Del resto, le carpe che si cibano lungo la vegetazione delle rive sono alla ricerca di grossi gamberi, chioccioline e molluschi, tutti alimenti molto sostanziosi: bisogna quindi offrire loro una valida alternativa. Sulla costruzione del terminale in questo caso è bene eliminare tutti gli accessori non indispensabili quali anti-tangle ecc, privilegiando una montatura il più semplice possibile. Inoltre, specialmente nei laghi caratterizzati da11 acqua limpida, potrebbe essere indicato l’impiego del fluorocarbon e aumentare leggermente la lunghezza del terminale. Gli inneschi non necessitano di particolari attenzioni, vanno benissimo sia le boilies affondanti sia le pop-up che in alcuni casi ci offrono qualche possibilità in più. Spesso le carpe, infatti, aggirandosi lungo le rive, alla vista delle boilies non sempre tendono ad ingoiarle, ma si limitano ad assaggiarle per poi immediatamente risputarle: in questi casi in cui i pesci sono particolarmente diffidenti è necessario accendere in loro la massima curiosità stimolando l’abboccata. In questo la pop-up è maestra e ci può senz’altro aiutare a risolvere questa difficile situazione.

 Testo e foto di Alfonso Vastano

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