La 1º rivista digitale nata in Italia sulla tecnica del Carpfishing – 2011-2024
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Pasturazione un’evoluzione necessaria

Pasturazione un’evoluzione necessaria

Pasturazione un'evoluzione necessariaNegli anni le metodologie di pasturazione si sono evolute, non solo nella composizione, ma anche negli attrezzi usati per effettuarla. Ad oggi si apre un nuovo mondo che prende spunto dai massimi vertici agonistici per rendersi indispensabile anche al tradizionale carpista al fine di ottenere sessioni fruttuose.

L’anno agonistico  è iniziato ormai da alcuni mesi, molte competizioni a tutti i livelli sono già avvenute, magari qualcuno di noi si aspettava un migliore inizio in tema di successi, oppure altri hanno ottenuto risultati inaspettati, in ogni modo questa è una delle ultime occasioni per fermarsi a riflettere sui successi o gli insuccessi dell’anno appena trascorso, oppure di queste prime manifestazioni di inizio anno. Sicuramente l’esperienza più importante è stata quella del mondiale, almeno per quello che mi riguarda naturalmente, svoltosi in Francia, in un lago per nulla facile, anzi tutt’altro direi, caratterizzato da acque basse e con presenza di pochissimo pesce. Come membri della nazionale 2009, io e Ivano abbiamo partecipato ad uno stage di preparazione svoltosi proprio in quelle acque, ma durante la prova in questione i risultati non furono dei migliori, infatti, come già accennato, le carpe erano poche, mentre i pesci gatto erano troppi! Di solito quando andiamo a pescare normalmente i pesci di disturbo sono un grande handicap, figuriamoci la difficoltà quando si è impegnati in una competizione di così grande livello come il mondiale per nazioni.

La tattica della nazionale

La tattica della nostra Nazionale durante il mondiale, vista l’esperienza dello stage, fu quella di non pasturare eccessivamente, ma di cercare un pesce alla volta, in questo modo avremmo avuto la certezza di non compromettere da subito lo spot di pesca, sapendo comunque che in ogni momento avremmo potuto immettere pastura per bloccare eventualmente qualche pesce di passaggio. Io ed Ivano non pescammo durante la manifestazione, per scelte tecniche naturalmente, ma rimanemmo riserve e quindi a disposizione del CT e di tutta la squadra in caso di necessità. Senza rammarico possiamo senz’altro dire che l’esperienza è stata davvero utile, in quanto il nostro ruolo, anche se in questa occasione di comprimari, era letteralmente quello di pattugliare le sponde “spiando” le altre nazioni, cercando di carpire ogni più piccolo dettaglio riguardo alla loro condotta di gara, e in questo modo cercare di conoscere le varie tecniche e le varie strategie adottate dalle altre Nazioni. Questa fu un’occasione utilissima per noi, in quanto potemmo vedere e capire approcci diversi da quelli classici, sia in termini di tecnica, quindi terminali diversi da quelli da noi conosciuti, sia in termini di tecniche di pasturazione, che il più delle volte sono apparse diverse da quelle classicamente utilizzate da chi fa agonismo in Italia. La conoscenza di queste nuove strategie sarà sicuramente utile anche andando a pesca normalmente, oltre che nell’affrontare le competizioni, e questo ci fa solo arricchire come carpisti, accrescendo il nostro bagaglio tecnico. Quella è stata l’occasione ideale, come del resto sempre succede in questo tipo di competizioni a livello internazionale, per confrontare il nostro modo di pescare e la nostra tecnica con quello di altre Nazioni.

I diretti avversari

I team da studiare furono da subito il Sud Africa, vincitore per il secondo anno di fila del mondiale, la Serbia, l’Inghilterra e la Francia, padrona di casa, in pratica quelle che sulla carta potevano essere le nazionali più competitive e preparate. In linea di massima l’osservazione di vari team portò alla luce il differente approccio alla gara, nonché le diverse tecniche di pasturazione adottate. Altre nazioni utilizzarono la nostra stessa tattica, cioè una pesca mirata; molte altre impiegarono da subito il bait-rocket, altri invece delle palle di pastura preconfezionata, delle vere e proprie ball pellets giganti. Le nazioni che utilizzarono questo metodo furono proprio Sud Africa, Francia ed altre che comunque ottennero buoni risultati. Il Sud Africa è stata la nazionale che meglio di altre ha usato questa tecnica, quindi ha vinto il mondiale con pieno merito, questo a detta di tutti gli addetti ai lavori. Ora bisogna fermarsi e porsi un interrogativo: com’è riuscito il Sud Africa a vincere due anni di seguito il mondiale? È forse merito del diverso approccio di pasturazione? Il successo è da attribuire esclusivamente a queste grosse palle di pastura preconfezionate che loro utilizzavano in grandi quantità?

Tecnica ed evoluzione

Il carpfishing è una disciplina in continua evoluzione e l’evoluzione stessa si nota in primis nell’agonismo, in quanto 11proprio durante le competizioni vi è la necessità di sfruttare al massimo la postazione assegnata utilizzando al meglio da parte dei team i migliori materiali sul mercato. Solo pochi anni fa fu il bait-rocket a fare la differenza, e oggigiorno è l’attrezzo ancora più impiegato assieme ai vari tipi di cobra, consentendo, anche se con notevole sforzo, di scagliare a distanza un elevato quantitativo di esche, ma scopriamone i pro e i contro. Sicuramente scaricare particles, pellets e piccole boilies a grande distanza spesso può fare la differenza, soprattutto durante le competizioni dove il pesce disturbato si allontana molto da riva, e questo è sicuramente l’attrezzo più idoneo a questo scopo. Tuttavia richiede una buona preparazione atletica, se utilizzato in maniera consistente, inoltre vi è il problema del disturbo che provoca in acqua a causa del suo continuo rumore provocato in superficie. Da specificare, comunque, che quasi in tutte le acque italiane il bait-rocket è ancora indispensabile e molto utilizzato, e molte volte essenziale in termini di risultati ottenuti.

Un alone attirante

Dopo aver visto in prima persona il risultato ottenuto da alcuni Team grazie all’uso di grosse ball pellets soprattutto durante il mondiale, credo sia necessario iniziare a prendere in considerazione questa nuova tecnica di pasturazione che potrebbe aiutarci non poco durante le manifestazioni agonistiche, ma anche durante qualsiasi enduro.  Fondamentale è non soffermare l’attenzione sulle palle in sé, ma guardare oltre, cioè capire che in determinate occasioni, come in una gara, è indispensabile attirare il pesce sulla zona di pesca il più velocemente possibile. Questo è fattibile anche con le normali esche utilizzate, ma la differenza sostanziale e che l’evoluzione richiede è quella di continuare a richiamare il pesce in zona, ma al tempo stesso di non sfamarlo. L’idea base di questo approccio è quindi quella di stimolare i sensi del pesce, mandandolo in frenesia alimentare, ma al tempo stesso di sfamarlo il meno possibile.

Tutto ciò è attuabile solamente con un’evoluzione del concetto di pasturazione. Di certo l’idea non è quella di trasformare la nostra tecnica in quella della pesca al colpo, dove la pastura è una componente più che fondamentale, ma al tempo stesso l’osservazione di questa tecnica ci deve essere di aiuto, soprattutto nell’agonismo. Per chiarire ulteriormente il concetto, basti pensare al quantitativo di mais scagliato con il bait-rocket che normalmente finisce in acqua durante una competizione: ora immaginiamo il nostro innesco piazzato lì, in quella distesa di granelli gialli e boilies. Il risultato statistico non è dalla nostra parte. Non a caso chi fa agonismo sa per certo che il 95 % delle catture durante una gara si fa fuori pastura, proprio perché spesso la tecnica è quella di fare una macchia di esche e di pescarvi intorno per cercare d’intercettare il pesce che viene ad alimentarsi attratto dalla pastura.

Pescare in pastura

Questo approccio alla pesca deve cambiare: dobbiamo evolverci, iniziare a pescare in pastura e non più fuori da essa, ed è proprio ciò che hanno fatto anche le nazioni vincitrici del mondiale. Questo è il futuro dell’agonismo a parer mio. Ecco che 4quindi ci si apre un mondo davanti, un mondo fatto di sostanze attiranti, di sfarinati che lavorano in diversi modi, di esche che agiscono in tempi diversi. Sia ben chiaro che questo riguarderà solamente l’agonismo, credo, in quanto per pescare normalmente di certo sarà ottimo il classico metodo di pasturare per alimentare il pesce, perché solo così riusciremo ad abituarlo alle nostre esche.

Ma scendiamo nel dettaglio e vediamo cosa troviamo all’interno di queste palle: aprendole si trovano pellets, mais, canapa e varie farine, il tutto tenuto insieme grazie ad un legante. Ecco che quindi al loro interno ritroviamo proprio le stesse componenti che avremmo messo nel nostro bait-rocket, con l’aggiunta però di sostanze liquide che dissolvendosi rilasciano un continuo richiamo in acqua. L’obiettivo primario deve essere sempre e comunque quello di attirare e non di sfamare il pesce. Oggi queste palle si trovano in commercio grazie alla Carp Max che è riuscita a riprodurle e ad 5ottenere un prodotto davvero ottimo e dal sicuro successo, offrendo al cliente, e al garista in particolare, diverse misure che vanno da 40 a 70 mm, ma anche palle dalla diversa composizione, quindi a base di mais o mais e canapa. Secondo le esigenze del team queste palle di agglomerati possono essere modificate anche in base al campo gara, e questa è una soluzione fondamentale per l’approccio ad una competizione. Fondamentale diventa a questo punto l’attrezzatura utilizzata per la pasturazione con queste palle: la catapulta da canna la fa da padrona. Infatti, con l’utilizzo di una piccola tasca anch’essa Carp Max da applicare alla canna da pesca, si può agevolmente e velocemente scaricare in acqua molta pastura, anche a distanze elevate, sicuramente le stesse raggiungibili con il rocket, senza per questo, però, dover utilizzare canne dedicate o dal libbraggio elevato.

Ball pellets

Altra importante novità in campo di pasturazione ci viene dalle ball pellets: queste sono pellets sferiche del diametro di una boilies, ma con un peso specifico molto elevato che ne consente il lancio ad una lunga distanza da riva con l’utilizzo di un semplice cobra. Queste ball pellets sono caratterizzate dal rapido scioglimento in acqua che garantisce una rapidissima entrata in pesca anche con temperature dell’acqua basse, consentendo di preparare facilmente un ottimo fondo di pastura per le nostre amiche carpe, offrendo anche un’ampia gamma di aromatizzazioni disponibili. Fondamentale diventa a questo punto12 l’ausilio di un buon lancia boilies che deve essere leggero e maneggevole per non stancare il braccio, soprattutto con l’utilizzo di elevate quantità di prodotto: in questo un particolare ringraziamento va ai fratelli Pirani che con il loro ingegno hanno permesso di applicare ai lancia boilies un facile dispositivo in grado di rendere la pasturazione più veloce e mirata. Il dispositivo consente, infatti, l’inserimento delle boilies o ball pellets direttamente dalla base del cobra e non più dall’alto, facilitandoci di molto, sia in termini di precisione di lancio, sia in termini di velocità, quindi senza perdere il ritmo di pasturazione e non ultimo la precisione. Ancora una volta l’esperienza acquisita sul campo è risultata fondamentale.

Innovazione per tutti

10Parlando di tecniche di pasturazione, abbiamo visto come si stiano evolvendo, ma con esse si stanno evolvendo anche i regolamenti che amministrano il loro utilizzo. E’ così consentito l’uso delle pasture, di ball pellets sempre più grandi, con una variazione astronomica, da 40 a 70 mm, con conseguenti studi su tempi di scioglimento in acqua e di composizione per avere un’attrattività molto elevata; questo è solo uno dei campi in cui le aziende oggi si stanno muovendo, studi che sicuramente influenzeranno anche il modo di pescare di tutti noi. Il carpfishing si evolve e quello che solo pochi6 anni fa sembrava fantascienza oggi è già una realtà. C’è da sottolineare il fatto che queste sono innovazioni utili non solamente in campo agonistico, ma diventano fondamentali anche in tutti quei posti pressati dove la novità fa la differenza, quindi anche un carpista qualsiasi può usarle con successo in molte acque. Diversi sono infatti i nuovi prodotti disponibili in commercio, dal method già pronto alle granaglie già cotte e confezionate sottovuoto che offrono la comodità di avere un prodotto sempre pronto a portata di mano; un prodotto che favorisce tutti i tipi di pasturazione, sia essa mirata attorno all’innesco o più vasta.

Tecniche attuali

Nonostante l’avvento di nuove tecniche, il cobra e il bait-rocket sono gli “attrezzi“ che ancora oggi vengono maggiormente usati nell’ambito delle competizioni, anche se, riassumendo brevemente il discorso fatto in precedenza, si stanno studiando APERTURAnuovi “attrezzi“ e innovative composizioni per la pasturazione e la realizzazione delle big ball particle. Le innovazioni attuali, comunque, sono sempre molto importanti e vanno ad affinare le tecniche già esistenti, come ad esempio appunto i nuovi lancia boilies e le tasche per il lancio delle big ball particle che presto appariranno sul mercato e che consentono, con un dispendio di energie “fisiche“ molto minore rispetto ai tradizionali metodi, di pasturare nel migliore dei modi a distanze anche molto elevate. I risultati ottenuti in fase di test fanno ben sperare. Non vi resta che provare…

Testo e foto di Alessandro Crosato

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