La 1º rivista digitale nata in Italia sulla tecnica del Carpfishing – 2011-2023
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Insidie chiamate alghe

Insidie chiamate alghe
 
Insidie chiamate algheCapita spesso, specialmente a chi preferisce pescare nei laghi o in tutti quei bacini privi di corrente e quindi in acque ferme di trovarsi di fronte ad una delle insidie più diffuse”le alghe”.
Un problema molto serio che se non preso nella giusta considerazione può pregiudicare la nostra sessione di pesca. I fattori che possono incidere nella crescita delle alghe possono essere molteplici ma la primaria e’ data dalla limpidezza dell’acqua e dalla temperatura della stessa.
 
 
Questo ci obbliga a fare scelte ben precise su come preparare i nostri terminali e di conseguenza anche i nostri inneschi dal momento che sarà quasi impossibile trovare tra le alghe un buco libero dove poter posizionare il finale in modoimage-3 ben disteso perché questo che sia catturante.
 
Nasce quindi l’esigenza di pescare “sopra” le alghe cercando in più modi di posizionare i nostri terminali adagiati proprio sopra di esse oppure staccando l’esca per far si che rimanga pochi centimetri al di sopra .
A mio parere possiamo utilizzare due delle soluzioni più collaudate: Chod Rig  &  Pop-up .
Nel primo caso la parte finale della lenza madre è formata da uno spezzone lungo circa un metro che può essere formato in leadcore oppure in monofilo, all’estremità finale viene collegato il piombo che terrà a sua volta in tensione la lenza madre.
 
 
 
 
image-2Lungo lo spezzone finale scorre un pezzo di fluorocarbon o materiale simile a gravità quasi zero per far si’ che una volta applicato l’innesco bilanciato ad assetto neutro questo si vada ad adagiare proprio sopra le alghe grazie al suo scarsissimo peso . La parte scorrevole viene regolata in altezza dalle piccole sfere per evitare che finisca all’interno delle alghe.
 
 
 
 
 
Un altro sistema efficace consiste nel posizionare la nostra esca a pochi centimetri dal fondo per far si che rimanga visibile al di image-4sopra delle micro alghe  magari utilizzando un sacchettino in PVA riempito di pellets e boiles per proteggere l’esca nel momento del lancio ed evitare che si possa sporcare l’amo mettendo a rischio l’abboccata.
 
Una volta analizzato il fondale e posizionato nel modo corretto i nostri terminali non rimarrà che rimanere in attesa con la speranza che le valutazioni fatte siano state corrette..

 

 
Autore Matteo Rossetti -www.carpmagazine.it-
 
 
 
 
 
 
 

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