La 1º rivista digitale nata in Italia sulla tecnica del Carpfishing – 2011-2024
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Gli ambienti

Gli ambienti

 

L’analisi delle molteplici tipologie di habitat e l’interpretazione delle varie peculiarità di ciascuncanale ecosistema che caratterizza i principali scenari del carpfishing è una condizione fondamentale per la buona riuscita delle sessione di pesca;

per sfruttare al meglio le potenzialità offerte dal carpfishing è indispensabile un’approfondita conoscenza dell’ambiente acquatico e delle abitudine delle carpe.  

                                                                              

Capita che l’impegno nella messa a punto di accorgimenti sempre più raffinati, la ricerca di materiali all’avanguardia, lo studio di esche sempre più performanti e le modalità di pasturazione ci possono far perdere di vista l’aspetto più semplice, tanto ovvio quanto determinante, che deve far parte della pesca: stabilire dove pescare. In buona sostanza, la scelta del posto è decisiva, un vero e proprio asso nella manica che deve stare sempre alla base del nostro compito.

Pertanto, dopo un attento esame della natura del fondale, una sua minuziosa mappatura, l’osservazione diretta del luogo dove risiedono i pesci ed un dettagliato controllo delle fonti di nutrimento, si passa alla scrupolosa ricerca degli hot-spots, a seconda dell’ambiente che ci circonda; questo significa essere già a metà strada dal nostro scopo. In altre parole, un buon pescatore deve prima saper imparare correttamente a “leggere l’acqua: codesta dote, abbinata all’’intuito individuale, fa si che venga poi elaborata una tattica opportuna ed efficace che in teoria ci permette di aumentare sensibilmente le chance di cattura.

Sono numerosi gli ambienti che la nostra passione ci porta ad esplorare e tutti i luoghi si distinguono, oltre che per elementi morfologici , anche per i comportamenti totalmente diversi dei pesci che li abitano; adesso vediamo di entrare nel vivo della questione soffermandoci ad esaminare nel dettaglio le differenze e le ragioni che le determinano.

Bacini artificiali

Raramente di grandi dimensioni, sono di norma creati dall’uomo per l’accumulo e l’approvvigionamento delle acque piovane, generalmente a scopo irriguo dei campi; oppure, nel caso delle dighe formate ed alimentate dallo sbarramento di piccoli torrenti, per produrre energia nelle centrali elettriche. Hanno fondali composti da materiali abbastanza soffici e profondità piuttosto contenute, proprietà che permettono il proliferare di flora e microfauna acquatica che compone la dieta quotidiana delle carpe.

Teniamo conto che dov’è preponderante la presenza di sabbia finissima o di pietre sarà più difficoltoso trovare un’abbondante varietà di esseri viventi come vermi, mitili, molluschi, crostacei ed altri organismi. Vi possiamo annoverare anche gli stagni, i laghetti privati adibiti a pesca sportiva e pure le cosiddette riserve di pesca, dove talvolta l’esercizio della pesca è consentito solo ad un ristretto numero di soci. Ultimamente sono tra i posti più frequentati dai carpisti nostrani, perché comodi da raggiungere, sicuri e provvisti di tutti i comfort.

Al di là della loro ampiezza, che può variare infatti da poche decine a diverse centinaia di metri quadrati di estensione, e del fondo generalmente regolare ed omogeneo, questi bacini hanno una requisito che sovente li accomuna; tra le specie di pesci immessi per soddisfare le esigenze dei pescatori possiamo trovare carpe di grossa mole che, con il passare degli anni, hanno raggiunto pesi notevoli, relativamente ai luoghi presso i quali vivono. Ho constatato che le zone più redditizie in cui tentare la cattura sono quelle poste nei pressi della foce di eventuali immissari, vicino allo sbocco di piccoli ruscelli e a ridosso degli ostacoli, mettendo al primo posto il sottoriva che quasi sempre coincide con la zona di alimentazione, visto che le acque più basse sono anche quelle più gradite alle carpe.

Sono convinto che il punto migliore per iniziare la battuta di pesca non sempre lo si può valutare a colpo d’occhio; le parti che a prima vista possono apparire poco idonee si scoprono talvolta le più fruttuose, anche se obbiettivamente dobbiamo far sempre i conti con l’astuzia e la diffidenza dei grossi e sospettosi ciprinidi.

Cave

Un habitat estremamente interessante è rappresentato dalle cave che, per quanto mi riguarda, sono divenute dei veri ecava propri “terreni di sfida”. Situate soprattutto nel nord Italia, sono state costruite per l’estrazione di vari materiali (sabbia, ghiaia o argilla) e generalmente si sono riempite di acqua in seguito al ritrovamento di polle e vene sotterranee che alimentano regolarmente l’invaso, sia d’estate che d’inverno, con un freddo liquido in entrata che non subisce grossi sbalzi di temperatura nelle varie stagioni; le falde di solito sono abbastanza profonde, proprio a causa dell’azione delle macchine scavatrice che l’uomo ha utilizzato per estrarre i materiali che erano di suo interesse.

cava (5)

Si presentano pressappoco tutte allo stesso modo, cioè con asperità delle sponde ripide e scoscese, profondità elevate ed acqua sorgiva quasi sempre limpida e cristallina. Grazie alla loro potenzialità alimentare composta da invertebrati, mitili, cozze ed un’infinità di altri molluschi minori, siamo capaci di ipotizzare che possano produrre carpe veramente enormi; benché tante volte sia tornato a casa con un deludente cappotto, che non è mai piacevole, personalmente in questo tipo di acqua ho riposto la speranza di catturare le carpe dei miei desideri.

In molti casi questi specchi d’acqua vengono sottovalutati, ma è necessario approcciarli in modo corretto sotto il profilo tecnico, perché offrono un discreto tasso di difficoltà e, siccome la pesca è molto meno semplice di quanto ci si possa aspettare, richiedono accortezze ed accorgimenti particolari. Bisogna precisare che alcuni punti specifici come possono essere isole, ninfee, avvallamenti, secche e scalini più o meno accentuati, senza dubbio sono da privilegiare e rendono la pesca più proficua di altri.

Come ho accennato in un paragrafo precedente, ora bisognerebbe aprire una parentesi per specificare l’estrema importanza della vegetazione acquatica e di tutta la catena alimentare ad essa collegata per capire quali ambienti hanno le potenzialità giuste per produrre una popolazione di carpe veramente grosse. Ho già puntualizzato che lo sviluppo delle piante acquatiche è direttamente proporzionale alla presenza di nutrimento per tutte le specie viventi, tra le quali possiamo annoverare con sicurezza la carpa che avrà un tasso di crescita più rapido rispetto a quei luoghi dove l’alimentazione sarà più povera.

Fiumi

Il nostro paese è solcato in lungo ed in largo da molti fiumi, tutti più o meno ricchi di pesce; il carpfishing nelle acquefiume2 fluviali è estremamente produttivo nel corso di tutto l’anno, ma non sempre amato da tutti i praticanti. Probabilmente a causa dell’inconveniente che qui si deve fare i conti con un flusso d’acqua in costante spostamento, con il fastidio che esso trascina verso valle ogni tipo di detrito in sospensione ed intralcia non poco la nostra azione di pesca; le cose si complicano e con questo moto perpetuo non è facile mantenere le esche ben salde sul fondo, presentandole in maniera valida ed adescante; per questo motivo buona parte dei carpisti preferisce optare per le calme e rilassanti acque dei laghi.

Altra problematicità è rappresentata dal fenomeno delle piene che, con una corrente devastante ed impetuosa, hannofiume la forza di trasformare sensibilmente la conformazione del fiume, così da ottenere sempre nuove situazioni; infatti, con l’innalzamento o l’abbassamento del livello dell’acqua soggetto all’apertura delle chiuse, si corre il rischio di vedere cambiate le rotte seguite dalle carpe nella loro ricerca di cibo. Tuttavia, percorrendo gli argini di corsi di media portata dove l’acqua sarà in lento movimento, data la trasparenza non dobbiamo lasciarci sfuggire la possibilità di un avvistamento visivo della loro esistenza.

L’influenza dei raggi solari, sia nella stagione fredda che nel periodo uscente da questa, è molto più marcata in quanto le acque basse riescono a scaldarsi più velocemente, soprattutto se ci troviamo di fronte ad un’acqua parecchio limpida. Voglio far notare che più della corrente “viva”, i siti ideali che danno ampia garanzia di cattura saranno delimitati nei pressi di larghe anse, nelle curve e casualmente nelle lanche comunicanti al percorso principale del fiume.

Suppongo che qui le carpe siano poco inclini a migrare compiendo lunghi spostamenti, bensì siano perlopiù sedentarie in tratti limitati e nei medesimi spot; quindi, per riuscire ad individuarle con precisione, è sufficiente prestare attenzione ai chiari segnali (tipo salti, bolle e grufolate) che di solito ci permettono di localizzare le aree di stazionamento; in primis quelle che sono in grado di dare protezione alle carpe, con presenza di ostacoli quali possano essere erbai, alberi semisommersi, frane e grossi massi, zone dove pure i piccoli gamberi si radunano in quantità.

Altrettanto dicasi per situazioni vantaggiose come un incrocio con un altro fiume; in questo caso i mutamenti della velocità della corrente svolgono un ruolo rilevante di cui noi dovremo approfittare nel migliore dei modi. L’azione di pesca andrà impostata nei pressi della riva opposta dove l’erosione della corrente avrà creato uno scalino naturale, oppure proprio sotto la punta delle canne, nei pressi di ruderi sommersi, legnaie affioranti o di massicciate innalzate dall’uomo, dove sicuramente avranno trovato nascondiglio colonie di cozze e gamberetti che raffigurano zone allettanti in qualunque stagione dell’anno.

Le violente partenze tipiche di questi pesci riservano enormi soddisfazioni e sono decisamente più emozionanti da combattere; confrontarsi con le carpe dei nostri fiumi significa avere a che fare con esemplari selvaggi dalla livrea perfetta e dotati di potenza incredibile, che mettono a dura prova tutta la nostra attrezzatura.

Canali

Tralasciamo i fossati per passare ora ad uno scenario forse più congeniale al classico carpista: i canali. Del resto, lacanale (2) rete idrica di pianura della nostra penisola è composta da numerosi canali, alcuni di essi sono navigabili e generalmente hanno un percorso rettilineo e meno sinuoso rispetto a quello dei fiumi. Non raggiungono quasi mai altezze elevate e perciò la temperatura dell’acqua è pressoché uguale in ogni settore.

Tranne in rari casi, essi non superano i 40 mt di larghezza, ma la ristrettezza degli spazi in cui andremo ad operare non deve trarre in inganno. Nessuno si sarebbe mai immaginato che piccoli canali quasi insignificanti, potessero ospitare pesci talvolta dalle dimensioni quasi impressionanti. Devo ammettere che anche io inizialmente ero scettico sulle loro potenzialità, ma poi mi sono dovuto ricredere… Si tenga comunque presente che è assai difficile vedere ad occhio nudo in condizioni normali, in quanto quell’impercettibile filo di corrente, lenta e velata, è di acqua piuttosto torbida, per cui appare evidente che sia alquanto improbabile notare dei pesci come avviene nella maggioranza di altri ambienti. Data la prerogativa dei fondali piatti ed uniformi, in certe circostanze persino con scarsa vegetazione sulla riva, non risulta così agevole determinare i luoghi maggiormente redditizi per la pesca.

Nonostante di norma il fondale al centro sia melmoso e maleodorante, si potrà pescare con successo lungo i tratti delle rive bordate da una rigogliosa fascia di fitti canneti che certe volte si piega fino a toccare la superficie dell’acqua, offrendo riparo ad animali acquatici e terrestri; i pesci hanno la tendenza a bazzicare assolutamente indisturbati in questi contesti che non vengono disdegnati nemmeno dagli amur, i quali cadono spesso vittime dei nostri inganni.

In queste circostanze sta a noi adottare tutte le cautele del caso per non spaventare nemmeno una carpa che nuota tranquillamente nell’immediato sottoriva, poiché potrebbe equivalere a impaurire e far fuggire tutte le altre. Voglio sottolineare che, sebbene il canale a prima vista possa sembrare tutto uguale, nasconde sempre qualcosa di intrigante e la monotonia di questi luoghi è solo apparente… Effettivamente può sembrare facile da capire, ma deve essere affrontato con criterio, adottando tutte le precauzioni del caso e con un atteggiamento adeguato, altrimenti i risultati potrebbero essere veramente scadenti.

Laghi naturali

lagoHo volutamente lasciato i grandi laghi per ultimi, dal momento che posso affermare siano l’ambiente che più di ogni altro richiede impegno e sacrificio; impone disagi e premia i carpisti più tenaci ed ostinati. Dislocati su tutto il territorio nazionale, esistono alcuni stupendi esempi dal punto di vista paesaggistico, con suggestivi panorami da cartolina; sono luoghi da sogno per esercitare la nostra affascinante disciplina e la stragrande maggioranza dei laghi naturali è in grado di regalare catture straordinarie purché affrontati nel modo corretto.

Pescando in queste immense distese d’acqua occorre la giusta preparazione e dovremmo ricorrere a tutto il bagaglio d’esperienza accumulata in precedenza. La preparazione qui diventa alquanto impegnativa ed è doveroso muoversi con razionalità dal momento che le ampie dimensioni rendono arduo il compito di trovare le aree che i ciprinidi amano perlustrare durante i loro spostamenti e risulta più critico trovare uno spot che ci soddisfi subito davanti una tale vastità d’acqua.

rilascio 4È Logico che i pesci possono essere ovunque e dobbiamo monitorare sempre tutto l’ambiente lacustre aguzzando la vista per cercare di captare in qualche porzione di lago salti di carpe più frequenti, o comunque scrutare segni sul pelo dell’acqua e che possano tradire la loro presenza. Presumendo la gregarietà delle carpe, perfino le aree di transito, a patto che siano ben pasturate, possono dare esiti positivi; lo scopo essenziale da ottenere è quello di riuscire ad intercettarle nel loro prolungato peregrinare e successivamente fermarle nella suddetta zona.

Premesso che tutti i fattori ambientali e climatici condizionano inesorabilmente l’attività dei pesci, va specificato chelago naturale nei laghi con profondità limitata, il vento è un elemento d’importanza primaria poiché, oltre ad ossigenare l’acqua con il moto ondoso creato, può anche smuovere il fondo liberando varie forme di vita; esse formano delle zone di deposito verso le rive dove si infrangono le onde, le quali vengono regolarmente rovistate da pesci grufolatori come le carpe, sempre alla frenetica ricerca di cibo.

In questo modo un cambiamento della direzione abituale del vento potrebbe riempire di pesci zone che fino al giorno precedente erano deserte di pesci; come viceversa è capace di bloccare l’attività delle carpe se soffiasse per vari giorni nei periodo più freddi dell’anno.

Come sempre le zone basse sono la soluzione ideale per la riproduzione di questi animali, mentre scalini, pendenze e repentini cambi di profondità sono indubbiamente punti in cui calare i terminali; questi animali sono in prevalenza nomadi e si lasciano sedurre solamente da quantità di cibo in grado di assicurare un minimo nutrimento ai vari componenti del branco. Di norma non sono carpe particolarmente diffidenti, quindi consiglio esche di diametri generosi per ottenere una selezione sulle prede e soprattutto perché non è da trascurare l’azione di disturbo di pesci minori.

Strategie vincenti

Una cosa non mi stancherò mai di ripetere ed è che in qualunque posto ci troviamo a pescare la localizzazione delle carpe e dei loro luoghi di alimentazione è un elemento estremamente importante da considerare perché spesso si rivela come la chiave che apre le porte del successo. Dunque, prima di installarvi in un posto, ragionate bene su quale potrebbe essere quello virtualmente più conveniente ai vostri fini; tale aspetto è molto più importante di qualsiasi altra cosa possiate fare. Con l’andar degli anni sono giunto alla conclusione che per programmare delle ottime sessioni di pesca sia necessario muoversi in relazione ad alcuni parametri, ovvero pianificando precedentemente i luoghi migliori in base alla stagione, cambiando metodo di pasturazione in rapporto alla popolazione ittica e attuando strategie consone alle caratteristiche del posto in questione; in seguito ponderare e riflettere sulla scelta della nostra postazione di pesca, nella maniera più saggia ed accurata possibile.

 Testo e foto di Riccardo Fanucchi -www.carpmagazine.it- 

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