La 1º rivista digitale nata in Italia sulla tecnica del Carpfishing – 2011-2023
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Il giusto equilibrio

Il giusto equilibrio

 

Una battuta di pesca in un lago sconosciuto mette a dura prova le conoscenze tecniche di un pescatore che deve trovareIl giusto equilibrio la giusta boilies da lanciare nel posto migliore per ottenere l’ambito trofeo.

Il freddo pungente dell’inverno non era che un lontano ricordo ormai, come del resto la natura spoglia dei suoi “abiti” più eleganti e dei suoi profumi inebrianti. La tanto attesa primavera aveva fatto il suo ingresso, ridando quel tocco di vitalità che solo il tiepido tepore del sole sa donare, vitalità che sentiamo impossessarsi di noi mentre attraversiamo un soffice prato verde osservando alberi carichi di rosei boccioli, magari di fronte ad una trasparente distesa d’acqua, respirando fresca aria di rinascita, captando l’inizio di una nuova stagione.

In questo momento un’attenta osservazione dell’acqua sarà determinante per la corretta impostazione di un’eventualeIl giusto equilibrio sessione di pesca, poiché il “risveglio” primaverile porterà le nostre tanto amate carpe a frequentare particolari porzioni dello specchio d’acqua che ci interessa, magari le prime che garantiranno ottime condizioni di vita e di alimentazione in previsione del momento della frega. E’ superfluo dire che tali sensazioni avevano investito in pieno anche i nostri animi, dopo una stagione invernale difficile che di certo era stata molto severa nel ripagarci dei sacrifici affrontati.

La scelta dello spot

La nostra scelta ricadde su un piccolo bacino appenninico di origine artificiale, teatro di numerose battute nell’annoIl giusto equilibrio precedente, e di conseguenza nelle più svariate condizioni meteorologiche, cosa che aveva di certo ampliato la nostra conoscenza per quanto riguarda comportamento ed abitudini della fauna ittica del luogo. Al nostro arrivo il lago si mostrò in tutta la sua bellezza, al massimo invaso come solo raramente è possibile trovarlo, e contornato da una natura da far invidia sicuramente a mete più conosciute e gettonate.

Le condizioni che si presentarono ci permisero, dopo un’attenta analisi e conseguente scambio di opinioni, d’impostare la sessione nel modo migliore in correlazione al periodo e all’andamento stagionale, cercando le carpe su differenti settori, ognuno caratterizzato da interessanti particolari:

il primo, un’ampia ansa, molto tranquilla ed isolata, punto di stazionamento e di alimentazione dei pesci per la presenza di molti ripari come legnaie ed erbai, dove l’azione di pesca era da sviluppare a ridosso di questi; il secondo, la parte finale del lago, ovvero dove l’immissario faceva il proprio ingresso, caratterizzando la zona per una costante presenza di acqua bassa e di ostacoli che rendevano il tutto un perfetto settore per la riproduzione.

Sicuramente avremmo preferito, come al solito condividere emozioni ed eventuali gioie insieme….ma questa scelta ci permetteva di tentare il tutto per tutto, e nel caso un settore fosse stato più produttivo dell’altro, di spostarci per raccogliere più risultati possibili, sfruttando come nostro solito la forza del cosiddetto “gioco di squadra”. Saremmo rimasti in contatto attraverso delle radioline per eventuali aggiornamenti e magari…catture!

Un fondo particolare

Il tempo passò in fretta, tra trasbordi e montaggio del campo, e dopo una prima analisi del fondale, pur pescando suIl giusto equilibrio due settori totalmente differenti, entrambi avevamo un particolare che ci accomunava: la costante presenza sul fondo di uno strato di deposito formato da fogliame e materiale di diversa natura che cadeva dalle piante, questo per la scelta di pescare su settori con profondità comprese tra i 50 cm ed i 2 mt che negli altri periodi dell’anno rimanevano “a secco” diventando parte integrante della boscaglia circostante.

La presentazione del terminale in queste circostanze non sarebbe stata facile, si rischiava di non rimanere in pesca correttamente in quanto il nostro innesco poteva lentamente sprofondare fino a nascondersi tra i sedimenti, ed inoltre la meccanica stessa del terminale poteva essere facilmente compromessa per la miriade di minuscoli appigli che il nostro affilato amo poteva incontrare sulla sua strada, ma le carpe ci convinsero a tentare il tutto per tutto in questi settori, svelando spesso la propria presenza con rollate e poderose scodate.

Le esche equilibrate

Dopo il solito consulto si decise la strategia da adottare: le nostre esperienze passate ci tornarono d’aiuto, anni ed anniIl giusto equilibrio di pesca su fondali molli e limacciosi ci convinsero nell’utilizzo del “vecchio” metodo delle esche equilibrate che tante soddisfazioni nel tempo ci aveva regalato. Eravamo pronti ad affrontare questa situazione off limits nel migliore dei modi, visto che le nostre borse degli inneschi contenevano una buona scorta di boilies “equilibree” in vari diametri ed aromatizzazioni, stratestate nell’efficacia.

Quello che cercavamo di ottenere era una presentazione che, vista la natura del fondale, rimanesse il più possibile visibile evitando di sprofondare nei sedimenti e che garantisse il perfetto funzionamento del terminale grazie al suo peso specifico ridotto che permetteva all’amo di poggiarsi in maniera molto delicata senza rischiare incagli di vario genere. Questa sorta di equilibrio si otteneva ponendo come unico bilanciamento alla boilies il peso dell’amo che, a seconda della grandezza, del modello e dello spessore, si comporterà in maniera differente.

Una scelta azzeccata

Le prime ottime notizie arrivarono già all’imbrunire del primo giorno di pesca, quando una splendida grassa regina delIl giusto equilibrio peso di 21 kg non resistette al richiamo di una bella pallina al monster crab delicatamente “parcheggiata” in meno di un metro d’acqua alla fine della grande ansa. Le catture si susseguirono con costanza e regolarità per tutta la notte obbligandoci ad una corposa ed energetica prima colazione, visto il numero e la mole delle catture che decisero di farsi tentare dalle nostre leccornie, fosse così tutte le mattine!

L’ansa ed i suoi spot tra le legnaie sembravano garantire catture in maniera continua, molto meno le zone d’acqua bassa dell’immissario che, dopo un paio di giorni dal nostro arrivo, diventarono completamente sterili, tanto da convincerci a concentrare l’intera azione di pesca nella zona che si stava dimostrando più produttiva.

Probabilmente i pesci avevano concluso del tutto le proprie necessità riproduttive e con il graduale abbassamento del livello del lago avevano man mano abbandonato i settori prediletti per la frega, andando alla ricerca di nuove zone ricche di alimento dove ingozzarsi e recuperare le forze spese durante i giochi d’amore.

Con il passare dei giorni questa teoria fu confermata dal fatto di avere diverse partenze anche in pieno giorno, in un lago che solitamente è molto avaro a causa di una pressione di pesca elevata rispetto alla popolazione di carpe e alla sua effettiva superficie e che di conseguenza regala qualcuno dei suoi tesori esclusivamente la notte, quando tutto appare più tranquillo. Ma il particolare periodo biologico aveva provocato una tale frenesia alimentare nelle carpe tanto da indurle ad alimentarsi anche con piena luce in settori prevalentemente notturni.

Boilies self made

Come abbiamo già detto, l’uso di esche equilibrate è da prendere in considerazione soprattutto nella pesca in fondaliIl giusto equilibrio algosi, melmosi ma anche sassosi, praticamente in tutti quei casi in cui l’esca può andare a “nascondersi” e diventare meno visibile e poco funzionale. Ovviamente, le esche bilanciate rendono al meglio e scongiurano dal “cappotto”, soprattutto nei mesi invernali, quando le carpe si muovono poco, sono rallentate e si alimentano in maniera delicata, oppure in tutti quei casi in cui il pesce, per varie motivazioni, tende ad alimentarsi in maniera molto diffidente.

Ultimamente molte case produttrici di esche hanno messo in catalogo boilies da innesco di questo genere, alcune delle quali possono essere definite veramente dei buoni prodotti, ma le cose troppo facili non ci sono mai piaciute, e in più la nostra voglia di sperimentare ci ha spinto alla creazione di boilies equilibrate dallo stesso aspetto, ma dal comportamento differente.

La preparazione casalinga di palline bilanciate si ottiene inserendo nel mix che solitamente utilizzate una percentuale di mix pop up variabile a seconda della tipologia di mix pop up adoperato e della composizione del vostro mix base. Infatti, la presenza più o meno marcata di farine pesanti o leggere nel vostro mix richiederà un differente dosaggio di mix pop up: utilizzando il mix pop up di casa Nash si possono realizzare esche decenti inserendo un 40 % di pop up mix in un semplice birdfood, ma i tentativi da fare possono essere molti e, come già detto, dipenderanno anche dal tipo di equilibrio che vorrete ottenere.

Il giusto abbinamento

Ovviamente le esche bilanciate vanno rapportate ad un giusto amo, perché se utilizzate una boilie da 24 mm con unIl giusto equilibrio amo del n° 6, è ovvio che il peso dello stesso non sarà sufficiente a tenere in equilibrio l’intero sistema esca – amo, portando la montatura a galleggiare; il rapporto da noi testato con le nostre “equlibree” è di un amo del n° 2 – 4 per un esca da 20 mm, variabile a seconda della struttura e dello spessore dell’amo che a parità di misura può essere più o meno pesante.

La scelta dell’amo sarà rilevante anche per la tipologia di presentazione equilibrata che desidereremo proporre: possiamo presentare la boilie poggiata delicatamente sul fondo in modo da mimetizzarsi perfettamente con le boilies da pastura pur essendo sensibilmente più leggera; possiamo presentare un’esca staccata ma bilanciata da un amo ben disteso sul fondo; oppure realizzare un sistema “criticamente” bilanciato dove l’amo poggerà delicatamente sul fondale solo con la punta tanto da diventare una trappola fatale al minimo cenno d’aspirazione.

Anche in questo caso abbiamo trovato il miglior compromesso in relazione anche al tipo di ambienti che di solito ci troviamo ad affrontare, nel Nash Fang Twister nelle misure n° 2 e n° 4. Crediamo che il futuro ci riserverà catture sempre più difficili da ottenere a causa del costante aumento della pressione di pesca, quando anche ambienti che potevano ritenersi relativamente semplici da affrontare diventeranno duri campi di battaglia dove la sfida non sarà non più solo tra voi e le carpe, ma anche con voi stessi, perché sentirete messe in discussione tutte le vostre passate convinzioni. Non temete: sperimentate, osate e trovate il vostro giusto equilibrio.

Testo e foto di David Bracaglia

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