Variante Blow Back Rig
Di terminali se ne parla spesso, si è già detto molto e si dirà ancora tanto visto che c’ è una continua evoluzione dei materiali per costruirli e delle presentazioni con cui associarli. Ottimi pescatori che spesso vediamo sulle riviste ci mettono in luce aspetti diversi di terminali che magari utilizziamo sempre in maniera standard, senza sfruttare appieno le doti di ferrata di questi ultimi.
Personalmente sono amante non chè utilizzatore del rig “nodo senza nodo”(quindi un terminale semplicissimo) che tante soddisfazioni mi ha dato e mi darà…fino a chè un giorno della primavera scorsa visionando un dvd di una nota casa inglese fui interessato dalla descrizione del “Blow Back Rig” nella versione però con tubetto.
Il suo punto di forza stà proprio nel tubetto che permette alla boilies di stare in una posizione particolare, sulla fine della curvatura dell’ amo dove, una volta aspirata entrerà in profondità e nella fase di espulsione scivolerà, assieme al tubetto, sul gambo dell’amo rendendolo più libero di conficcarsi nella bocca del pesce.
La realizzazione è molto semplice, basta infilare uno spezzone di tubetto in silicone , della lunghezza di 3/4mm, sul sul gambo dell’ amo, aiutandoci con un ago da leadcore facciamo passare il trecciato all’interno del tubicino, facciamo l’ asola nell’ estremità dove andrà la boilies, infiliamo quest’ ultima, la fissiamo, abbassiamo il tubetto fino a farlo arrivare all’ estremità della curvatura, prendiamo la misura del capello e procediamo alla legatura con un senza nodo ed il gioco è fatto.
Per l’ amo un modello a gambo medio/lungo con occhiello piegato all’interno è da preferire. La misura del capello volendo possiamo anche tenerla un po’ più lunga per far si di poter utilizzare diametri o presentazioni diverse, tanto per riportarlo a misura standard basta riavvolgere qualche spira sul gambo dell’ amo.
A parità di prove fatte(test della mano) confrontandolo col senza nodo si vede nettamente una tendenza dell’ amo ad impuntarsi molto prima ed in pesca le allamate sono molto precise e profonde, a volte cucite.
L’ unico problema riscontrato è che in fase di lancio, se dobbiamo forzare per arrivare lontano con una retina sull’ amo, il tubetto tende a scivolare all’ indietro, spinto dalla retina, compromettendo un po’ la meccanica del terminale. Detto questo non si può far altro che ringraziare l’ inventore di tale terminale per averci dato un arma semplice ed efficace per insidiare le carpe, anche le più sospettose.
Autore Manrico Succi Leonelli -www.carpmagazine.it –
Un commento su “Variante Blow Back Rig”
ciao Manrico,
ho avuto il piacere di testare questo terminale nella mia ultima sessione di c.f. e devo dire che funziona molto bene;
purtroppo il problema della rottura del tubino siliconico si verifica non solo se si “forza” un po il lancio ma anche nella ri-sistemazione dell’innesco nel caso la boilie venga sostituita. In pratica a forza di spostare il tubino la treccia va ad inciderlo irrimediabilmente causandone così la rottura.
Siccome uso spesso dei piattini per compattare gli inneschi multipli e le granaglie mi rimane molto difficile operare la sostituzione della sezione di tubo senza dover smontare tutto. E’ una cosa abbastanza snervante che fa prevalere la poca praticità sull’efficacia del sistema.