La 1º rivista digitale nata in Italia sulla tecnica del Carpfishing – 2011-2024
La 1º rivista digitale nata in Italia sulla tecnica del Carpfishing – 2011-2024

Cura e rispetto del pescato

Cura e rispetto del pescato

Quando si inizia a praticare carpfishing tutte le nostre attenzioni si spostano principalmente su quello che riguarda la costruzione dei vari terminali e strategie per avere sempre a portata di mano ”l’inganno” più adatto alla situazione di pesca in cui ci troviamo. Però bisogna prestare particolare interesse, a mio parere, anche a ciò che concerne la cura e il rispetto della cattura. In questo articolo vorrei parlarvi proprio di questo che credo sia uno degli aspetti più importatnti della nostra disciplina.

So bene che lo scopo è quello di ”far cadere nel tranello” le nostre amiche carpe ma poi dobbiamo sempre tenere bene in mente che pratichiamo il catch&release e che leCura e rispetto del pescato nostre amiche devono ritornare nel proprio elemento subendo meno stress possibile da parte nostra, così facendo apprendiamo il rispetto per il pescato e di conseguenza per l’ambiente circostante. Il rispetto per la cattura inizia appena terminato il combattimento, nell’istante preciso in cui il pesce entra nel guadino che ovviamente dovrà essere di dimensioni adeguate, di forma triangolare e la rete deve essere a maglia sottile in modo da non provocare nessun tipo di escoriazione al pesce.

In un secondo momento è bene sfilare le asticelle del guadino dal manico,metterle vicine in maniera parallela e arrotolare in parte la rete attorno alle asticelle in modo da chiudere il pesce dentro la rete ed evitare di fargli fare dei movimenti bruschi dove dimenandosi potrebbe farsi male. Inutile dire che tutto questo procedimento va fatto mantenendo il pesce dentro l’acqua che deve avere una profondità tale da non farlo sfregare o sbattere sul fondale. Una volta fatto ciò (stando attenti a non scivolare) si solleva il pesce e lo si va a posizionare sul materassino di slamatura.

Esistono in commercio vari tipi di materassini che sono più o meno imbottiti,a parer mio i migliori sono quelli fatti a barchetta e quelli che hanno il telaio di metalloCura e rispetto del pescato che sono sollevati da terra perchè entrambi sono muniti di pareti e il pesce pur dimenandosi non rischia di saltar fuori ferendosi e procurandosi gravi lesioni o nel peggiore dei casi la morte.Teniamo ben presente che da quando tiriamo fuori il pesce dall’acqua inizia il conto alla rovescia e cioè lo dobbiamo rilasciare nel minor tempo possibile eseguendo tutte queste operazioni con estrema cura e delicatezza. A questo punto srotoliamo le asticelle del guadino e tiriamo via l’amo dalla bocca del pesce. Un consiglio spassionato che mi sento di darvi è che a volte (soprattutto le carpe più giovani), mentre procediamo nella fase di slamatura, il pesce si dimena nel materassino rischiando di ferirsi danneggiandosi la bocca e di ferire anche noi mentre tentiamo di togliere l’amo!

Per evitare questo è sufficente coprire gli occhi del pesce con uno straccio bagnato cosi non vedendo la luce resta calmo e fermo. E’ bene utilizzare uno straccio bagnato e il meno ruvido possibile in modo da non provocare ferite. A volte capita anche che mentre il pesce è nel guadino l’amo si sfila da solo e nella maggior parte dei casi si impiglia nella rete del guadino,in questo caso la precedenza va data al pesce, l’amo lo si libererà dalla rete una volta rilasciata la cattura. Sembra banale dire queste cose ma ho visto gente che mentre aveva la carpa nel materassino si preoccupava di liberare il finale dalla rete del guadino! Una volta fatto ciò si solleva leggermente la carpa e si sfila il guadino (magari ci si può far aiutare dal propio socio se non si è in ”sessione solitaria”) e con un pò d’acqua precedentemente preparata in un contenitore(acqua del luogo in cui stiamo pescando)si va ad idratare la nostra amica perchè dovete sapere che tutti i pesci hanno le scuame ricoperte da una sorta di muco protettivo(per quello sono scivolosi) che gli permette di proteggere la propria pelle (un pò come la crema solare per noi) se questo con l’aria si asciuga o viene rimosso da noi mentre le maneggiamo(ad esempio se usiamo degli stracci cosa assolutamente da evitare)possiamo provocare loro delle vere e proprie ustioni!

Una volta aver idratato la nostra amica e la si solleva per fare una bella foto ricordo ricordiamoci di fare attenzione a maneggiarla nei modi dovuti e cioè evitando diio fare pressioni sul ventre e di infilare le dita nelle branchie (zona molto delicata)e soprattutto va alzata il meno possibile da terra e avendo sempre il materassino al di sotto cosi in caso di movimenti bruschi siamo rapidi nell’appoggiarla. Altra cosa molto importante quando si maneggia la carpa per prepararsi alla foto è bene essersi tolti in precedenza orologi e braccialetti vari che sfregando possono ferire gravemente la nostra amica.

Fatta la foto se vogliamo pesarla la si mette nella sacca di pesatura si procede e con la stessa la si riporta in acqua appoggiandola in acqua e aprendo la sacca la abbassiamo leggermente sott’acqua e lasciamo che la carpa torni alla sua meritata libertà. Sarebbe bene che la sacca di pesatura fosse precedentemente adagiata sul materassino prima di appoggiarvi la carpa in questo modo una volta sfilato il guadino non avremo più bisogno di risollevare il pesce un’altra volta oppure di chiedere a qualcuno di posizionarla durante la fase della foto,in più si verrà a creare un’altro strato sul materassino che fornirà una ulteriore imbottitura! Ricordatevi di tenere sempre materassino ecc in una posizione ombreggiata in modo che non diventi bollente stando sotto al sole cocente (soprattutto d’estate) e di tenere sempre a portata di mano dell’acqua per poter bagnare e raffreddare all’evenienza.

Per l’amur o carpa erbivora invece la procedura di rilascio funziona un pò diversamente:mentre la carpa ha una resistenza maggiore una volta fuori dall’acqua l’amur invece è molto più delicato e fuori dall’acqua si stressa molto di più,va in carenza di ossigeno perciò nel momento del rilascio bisogna appoggiarlo delicatamente nell’acqua e bisogna riossigenarlo prima di lasciarlo andare,per fare questo non bisogna fare altro che una volta in acqua si prende il pesce per la parte terminale dellla coda muovendolo con movimenti lineari avanti e indietro massaggiandogli delicatamnete la pancia questo perchè,durante la permanenza fuori dall’acqua la sua vescica natatoria(quell’organo che gli permette di galleggiare) si riempie d’aria e se non lo aiutiamo ad espellerla capiterà che da solo non riuscirà e lo vedremo quindi galleggiare a pancia all’aria sul pelo dell’acqua rischiando di morire se non verrà soccorso immediatamente con queste operazioni.

Perciò ricordiamoci che per la carpa erbivora tutte le operazioni di rilascio vanno eseguite il più velocemente e delicatamente possibile altrimenti rischiamo letteralmente di ucciderla!Bene detto questo spero di essere stato esauriente soprattutto per chi stà muovendo i primi passi verso questa bellissima passione e augurandomi che per i veterani queste procedure siano ”automatiche” anche se a volte purtroppo non è sempre cosi.

Autore Elia Cariani   -www.carpmagazine.it-

 

Lascia un commento