Notturna in cava
Era qualche giorno che pensavo ad una occasione per il ‘battesimo della notturna’ per il mio piccolo campione di sei anni e mezzo e finalmente lo scorso fine settimana ho trovato le condizioni giuste per organizzare questa sessione di ventiquattro ore insieme a mio figlio. Per tutte le ovvie ragioni del caso che non sto ad elencare ho scelto di pescare in una cava a pagamento, fidata e ben gestita, nei pressi di Mezzana Rabattone nella provinvia pavese.
Scrivo quindi per proporre il mio personale approccio verso queste tipologie di acque su cui si può discutere a lungo e con molte teorie e argomenti sicuramente opinabili visto che nel carp fishing non esiste nulla di definito e definitivo. Detto questo passo a descrivere le esche e la pastura da me usate e inizio proprio da quest’ultima per la cui preparazione ho scelto di utilizzare del fioccato e semi di canapa cotti insieme a sciroppo di melassa.
Una volta assemblati i due elementi e che l’acqua di cottura fosse assorbita dal fioccato, ho aggiunto delle boilies sia spezzettate sia intere e del pellet costituito esclusivamente da mais e melasso. Come palline per gli inneschi ho usate delle ready made all’ananas da 20mm.
Appena giunto sul posto ho iniziato subito la fase di pasturazione usando gli strumenti altamente tecnologici a mia disposizione: canna da spod, spomb e tanto olio di gomito. Con l’aiuto della clip sul mulinnello che mi ha assicurato lanci alla stessa distanza, ho creato un letto di pastura fatto ad arco sul fondale davanti alla mia postazione e quindi ho lanciato due dei miei tre inneschi su sezioni di arco di un terzo e due terzi della zona di pasturazione.
A proposito degli inneschi faccio una premessa riguardante la tipologia di carpe presenti nella cava. Esiste una grande popolazione di pesci giovani intorno ai due, tre chilogrammi nativi in quello specchio d’acqua che ovviamente fanno razzia del cibo presente a scapito delle carpe più anziane. Quindi ho optato per l’uso di ami di misura due, line aligner e palline del 20 per garantirmi un minimo di selezione sulla taglia.
La terza canna ho scelto di lanciarla solitaria verso la metà della cava e di pasturarci intorno solo con palline all’ananas usando il cobra. Per fare questo mi sono avvalso della preziosa collaborazione di quel novello carpista di mio figlio…anche questa se vogliamo, è alta tecnologia!
Durante le ventiquattr’ore di sessione non ho cambiato sostanzialmente impostazione di pesca perchè ho avuto mangiate distribuite su tutto l’arco del tempo per un totale di solo (come speravo avvenisse per la selezione di cui ho parlato) quattro partenze di carpe intorno agli otto chilogrammi tutte portate a guadino.
Per concludere, in queste poche righe risulta evidente la mia filosofia di pesca, anche in acque in cui la pressione di pesca è medio alta: semplicità. Buona pasqua!
Autore Vito Bisceglie