Fiume Olona
Nell’affrontare una sessione non si dovrebbe lasciare mai nulla al caso ma solo chi non pesca non sbaglia mai. Capita quindi che durante alcune sessioni si commettano errori che, col senno di poi, le caratterizzano e le rendono indimenticabili perchè facendoci maturare nella nostra tecnica personale diventando molto produttive, non solo dal lato delle catture.
Una di queste è stata la sessione in solitaria sul fiume Olona. La postazione da me scelta si raggiunge arrivando dal Cavo Marocco sulla strada che collega i comuni di Corteolona e Costa de’ Nobili percorrendo da qui la strada sterrata che dal molino porta fino sulla sponda del fiume a circa quattrocento metri a monte della chiusa. In questo periodo le paratie dello sbarramento artificiale sul corso d’acqua restano semichiuse per la necessità di alimentare il canale irriguo che si dirama dall’alveo principale del fiume e questo assicura un lento scorrimento della corrente ed una profondità maggiore dell’acqua che nel punto in cui avrei calato le lenze si aggira tra il metro e mezzo e i due metri. Durante un precedente sopralluogo lo spot mi aveva entusiasmato vista la presenza di chiari movimenti di carpe tra salti e volteggi a pelo d’acqua soprattutto in prossimità di un vecchio tronco d’albero sommerso sulla sponda opposta a circa una trentina di metri e a centro del fiume proprio dove cresce un tappeto di ninfee dai fiori gialli.
Ho deciso quindi di effettuare una pasturazione preventiva di due giorni alternati a base di mais da me cotto e dolcificato con lo zucchero e boiles a base di farina tutti frutti. Pasturazione non eccessiva viste le giornate troppo calde del periodo. Il fondale presenta un sottile strato fangoso che però non pregiudica una corretta presentazione dell’esca.
Mi sono affidato al sempre valido line aligner. Due terminali con trecciato camu da 0,45lbs e uno costruito con fluoro carbon per sperimentarne personalmente l’efficacia in termini di allamata.
Durante la sessione ho commesso degli errori dettati forse dalla troppa confidenza nella buona sorte che hanno compromesso la cattura di tre baffute. Il primo sostanzialmente è l’aver reciso il filo eccedente dal nodo serrato sulla girella ad una lunghezza troppo corta. Il risultato è facilmente intuibile, ossia cedimento del nodo in fase di combattimento con il pesce. La seconda leggerezza commessa è stata quella di lasciare le frizioni dei mulinelli troppo aperte con lenze a ridosso degli ostacoli. La partenza fulminea della carpa le ha permesso di rubare filo dalla bobina sufficiente a trovare rifugio sotto il tronco, situazione che rende davvero problematico il recupero e la conclusione positiva del combattimento. In una situazione del genere conviene rimanere in attesa nella speranza che l’animale esca da solo dal nascondiglio di ostacoli.
L’Olona è sicuramente un fiume da rivalutare, capace di dare soddisfazioni e distribuire esperienza a chi lo affronta, come è successo durante la mia sessione, in cui ho imparato a non sottovalutare aspetti tecnici che conoscevo ma che ho tralasciato: massima cura nella creazione dei nodi e, in caso di pesca a ridosso di ostacoli, mantenere le frizioni dei mulinelli chiuse o semi chiuse.
Autore Vito Bisceglie