Per fare la differenza
Più passa il tempo più è difficile trovare specchi d’acqua in cui le nostre amiche non abbiano già visto tutto o quasi, tuttavia abbiamo ancora qualche asso nella manica da giocare: la maggior parte dei pesci ha ormai imparato a riconoscere l’approccio standard di molti carpisti come chiaro segnale di pericolo; esiste poi una minoranza meno diffidente rappresentata da carpe più giovani e quindi esemplari di peso minore.
Mi è capitato di pescare in specchi d’acqua con forte pressione di pesca e quindi con carpe molto smaliziate.
Osservando la maggioranza di carpisti che frequenta quelle acque, mi sono accorto che il loro approccio in pesca era molto standardizzato e molto simile nei modi.
Nello specifico, l’esca più gettonata era una comunissima boilie affondante da 20 mm al pesce e come se non bastasse, tutti usavano quella e di quella marca.
Nei primi anni, le carpe, abituate a riconoscere quel tipo di esca come fonte di cibo, non si facevano attendere a lungo impegnando così i carpisti con partenze brucianti a tutte le ore del giorno e della notte con gradite sorprese che a volte hanno fatto fermare l’ago della bilancia oltre i 23 kg di peso.
Con il passare del tempo, soprattutto gli esemplari di mole maggiore, si facevano veder sempre meno e nella maggior parte dei casi venivano catturati da neofiti o da carpisti non abituali di quelle acque.
Cosa stava succedendo? Il tutto è presto spiegato: durante le mie sessioni mi sono accorto che i neofiti, seppur con meno esperienza (questo non significa essere meno bravi), si concentravano su zone di lago mai battute prima, usando esche di diametro, colore e mix totalmente diversi dalla restante parte dei carpisti della zona.
Allo stesso tempo, i carpisti non abituali di quelle acque (a forte pressione di pesca), non conoscendo le abitudini alimentari e il modo di pescare lì praticato, utilizzavano il loro bagaglio tecnico appreso altrove, con il risultato che, pescando in modo differente, spesso erano proprio loro a catturare le carpe più grosse che sempre meno si facevano vedere.
I commenti dei carpisti di vecchia data di quelle acque erano: “la solita fortuna dei principianti”, ma in verità non era proprio così: infatti sia i neofiti, sia i forestieri mi furono di grande aiuto ad invertire la tendenza in fatto di catture in quelle acque.
LA NUOVA STRATEGIA
Di fronte a situazioni di questo genere, la scelta migliore (a mio modesto parere) risulta quella di confondere le idee alle carpe.
Quando dico confondere le carpe, mi riferisco al fatto di utilizzare sistemi di pesca, esche, terminali, totalmente sconosciuti alle carpe di quelle acque.
Come prima soluzione ho pensato di diminuire il diametro delle esche, arrivando a pescare con doppia o tripla da 10mm oppure snow-man 15mm affondante e 10mm pop-up con pasturazione mirata, utilizzando boilies di colore e diametro differenti tra loro.
Tutto questo per confondere la carpa che in fase di perlustrazione del fondale non si trova più di fronte ad un letto di pastura uniforme e da tempo conosciuto.
Un altro sistema che mi ha regalato catture in breve tempo è stato quello di pescare con boilies alleggerite con un piccolo chicco di mais finto, integrando alle “palline” da pastura una quantità di tiger seppur limitata. “La nocciolina tigrata” viene accettata in fretta dalle carpe ed è anche più selettiva del nostro amato mais.
In questi casi ho anche notato che utilizzando boilies di colore rosso scuro, che di fatto è il primo a scomparire sott’acqua, e di diametro più piccolo (simile come dimensioni alle larve, insetti, e leccornie varie che le carpe trovano sul fondo), sono riuscito ad ingannare alcuni degli esemplari più grossi che da tempo mancavano all’appello.
Parola d’ordine in questo caso: MIMETISMO.
Esche pop-up e bilanciate sono sicuramente da preferire ad una comune affondante utilizzata maggiormente dagli altri pescatori.
Ami leggeri, trecciati morbidi e terminali alternativi completano l’opera.
Detto questo, spero che non vi siate annoiati e che in futuro questa mia esperienza di pesca possa tornarvi utile per affrontare acque pressate e pesci che ormai si prendono gioco delle nostre insidie.
E ricordiamoci che nel carpfishing, strategie che fino a ieri erano certezze, oggi potrebbero non valere più nulla.
Non abbiate paura di cambiare: la fortuna aiuta gli audaci!!!!
Autore Matteo Trapolari