La 1º rivista digitale nata in Italia sulla tecnica del Carpfishing – 2011-2024
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Voglia di Amur

Voglia di Amur

Voglia di Amur

 

L’ Amur o carpa erbivora proveniente dal fiume Amur nella Siberia orientale dal quale ne prende il nome è un pesce che fu introdotto per la prima volta in Italia negli anni sessanta, allo scopo di arginare il problema dell’abbondanza nelle acque interne della vegetazione acquatica. In principio si pensava che questo pesce non sarebbe riuscito a riprodursi a causa delle condizioni climatiche del nostro paese, ma dopo ci si è dovuti ricredere poichè l’amur si è ambientato benissimo riproducendosi anche alla grande e raggiungendo pesi considerevoli da diventare obbiettivo dei pescatori sportivi. La sua presenza è nota in diversi bacini naturali ed artificiali che vanno dal centro al nord Italia, famoso il canale di Ostellato dove nella zona prima del ponte all’inizio del campo gara sono stati catturati anche esemplari superiori ai 25kg di peso.

I periodi più idonei ad insidiare l’amur sono quelli che vanno dalla tarda primavera alla fine dell’autunno e comunque fino a quando l’acqua rimane abbastanza calda. La pasturazione per attirarlo sullo spot deve essere a base di granaglie se lo si insidia in ambienti naturali, nelle cave il discorso cambia in base alle abitudini che gli stessi pescatori hanno dato ai pesci. E’ un pesce davvero ghiotto di granaglie, infatti può arrivare a mangiare quantitativi pari anche al 50% del suo peso. I quantitativi da impiegare per la pasturazione diventano davvero ingenti, si parla di 50 o 60 kg di granaglie ma a volte si possono anche superare poichè essendo un pesce gregario, cinque o sei esemplari possono divorare in poco tempo anche cinquanta kg di granaglie.

I rig dedicati devono avere la caratteristica principale di avere l’esca posizionata davvero a contatto con il gambo dell’amo poichè è un pesce che a differenza della carpa non aspira l’esca ma per alimentarsi strappa e morde. Una volta allamato si fa trascinare a riva senza opporre resistenza, ma questo non deve trarci in inganno poichè una volta a filo di guadino si manifesta in fughe potenti dalle tre a quattro, fughe che riesce a sviluppare grazie alle dimensioni della sua pinna caudale e alla sua forma idrodinamica. In acqua è un combattente nato, al contrario una volta catturato e quindi messo nel materassino occorerà svolgere le operazioni di pesatura e fotografia più velocemente possibile, bagnandolo con acqua del bacino frequentemente.

Autore Donato Corrente

 

 

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